Addio a Massimo Castagna, storico tipografo del Comune di Cascina e padre del presidente dell’Atletico
La comunità cascinese piange la scomparsa di una figura storica legata al Comune e al territorio
È scomparso all’età di 75 anni Massimo Castagna, ex dipendente comunale e figura molto conosciuta a Cascina. Si è spento nella serata del 16 giugno all’Hospice di Pisa, dopo una lunga malattia, proprio mentre la città celebrava con la Luminara e i fuochi d’artificio il patrono San Ranieri.
Castagna ha lavorato per anni come responsabile della Tipografia Comunale del Comune di Cascina e a tal proposito, se avete qualche pubblicazione edita nel passato dall’Amministrazione Comunale di Cascina, è molto probabile che l’abbia stampata proprio lui.
La sua scomparsa lascia un grande vuoto nella comunità. Massimo era il padre di Sandro Castagna, attuale presidente dell’Atletico Cascina, e marito di Maura, con cui ha condiviso una vita.
La nostra redazione si unisce al cordoglio dei familiari - alla moglie Maura, al figlio Sandro, alla nuora Genny e ai nipoti Tommaso e Giorgia - in questo momento di profondo dolore.
A chiudere, le parole toccanti del figlio Sandro, a cui affidiamo il ricordo più intimo del padre:
“Ti viene in mente una vita intera! Il fischiettare che accompagnava il tuo rientro dalla tipografia, le vacanze al mare, la tua pazienza, i volantinaggi col Partito e col Sindacato, la cura dei capelli e della tua persona, l'attenzione pacata per i miei studi, la vita a fianco di mamma. Un babbo che si è comportato da babbo anche con la "mia" Genny, fin dal primo momento. Presente senza aprire troppo la bocca, autorevole senza alzare la voce, rispettoso degli spazi di crescita che un figlio deve avere. Un nonno unico: Tommaso l'hai accompagnato ovunque, le vostre bici, le uniche, al mare alle sette di mattina. Sapevo che quel gol del 13 aprile scorso al Redini sarebbe stato l'ultimo che avresti visto. Giorgia la trattavi come una principessa, la facevi giocare, andavi a svegliarla la mattina durante le vacanze, la portavi agli allenamenti, anche quando non te la passavi bene per quel cavolo di brutto male. Hai insegnato ad entrambi ad andare in bici senza le ruotine, avete fatto tanti bagni insieme a Marina per le "vostre" vacanze nel mese di agosto.
Una delle cose che poi mi mancherà sarà il vederti camminare per mano con mamma, tutto cambiato, per andare in Cascina o a qualche serata con gli amici.
Mentre sono qui, solo con te nella stanza dell'hospice, che ancora respiri, mi sono messo a scrivere: sto pensando che sembra tutto incredibilmente impossibile ed invece è realtà.
Penso poi alla tua presenza silenziosa su centinaia di tribune, per me prima e per Tommy dopo. Te ne andrai col braccialetto gialloblu al polso e so che sei stato orgoglioso di ciò che abbiamo ricreato nel calcio a Cascina, proprio come io sono orgoglioso di te quando al vecchio e polveroso Tettora venivi a gonfiare i palloni, a portare l'acqua e a legare le scarpe a me, a Marco, a Simone, a Pietro, ad Andrea, a Maurizio e tutti quanti si avvicinavano al tanto amato gioco del calcio. Tutta la tristezza che vivo in questo momento non può cancellare una vita bellissima e felice. Le ultime tue uscite sono state una sintesi brutale delle tue passioni: una sagra con gli amici, il pranzo con lo SPI CGIL e, ultimissima, la partita allo Stadio Redini.
Con un nodo in gola che non si potrà sciogliere facilmente, penso al vuoto che lascerai dentro di me.”