Ponte della Botte: riaprirlo il prima possibile è l'unica priorità
Ieri la Provincia di Pisa ha strattonato la ditta appaltatrice: "Serve una data certa per la fine lavori" ha detto Angori. Associazioni di categoria sul piede di guerra e pronte battagliare in tribunale
Ancora in attesa di una data ufficiale per la riapertura del Ponte della Botte.
Nonostante i ripetuti solleciti, la ditta incaricata della manutenzione straordinaria dell’infrastruttura non ha ancora fornito alla Provincia di Pisa una comunicazione formale sul termine dei lavori. Una situazione che sta generando crescente preoccupazione, sia a livello istituzionale che tra i cittadini e le imprese del territorio.
La Provincia, che nelle scorse settimane ha concesso una sospensione parziale per consentire gli interventi sui sottoservizi, ribadisce di aver fatto tutto il possibile per permettere l’avanzamento del cantiere, in modo da evitare ulteriori ritardi una volta conclusa la fase principale dell’intervento. Tuttavia, a fronte di proroghe già concesse per criticità tecniche e condizioni meteo sfavorevoli, resta il nodo di una pianificazione precisa e condivisa assente.
Con una lettera formale inviata in questi giorni, il presidente della Provincia, Massimiliano Angori, ha richiesto all’impresa appaltatrice un impegno chiaro e immediato a comunicare i tempi certi per la conclusione dei lavori e la conseguente riapertura dell’infrastruttura. La data prevista inizialmente era il 28 giugno 2025, ma ad oggi nessuna nuova indicazione è stata fornita.
La richiesta arriva in un momento in cui il territorio, già fortemente penalizzato dalla prolungata chiusura del ponte, chiede risposte concrete per il ripristino della viabilità.
Massimiliano Angori chiede anche di più, che la ditta incaricata dei lavori, molto in ritardo sulla tabella di marcia, si presenti alle conferenze stampa per mettere al corrente i cittadini sull'andare del cantiere.
Dopo la Provincia di Pisa, l'appello fatto alla ditta è stato ripreso e analizzato da Concommercio e Confercenti, le due associazioni di categoria che più si sono spese a tutela dei propri associati.
Confcommercio pretende una data di fine lavori e già mette nel mirino la difesa in tribunale dei diritti diei proprio associati colpiti duramente dalla chiusura di un anno della struttura; Confesercenti chiede una data di fine lavori, ma avverte le Istituzioni: "Sì tutelare i cittadini, ma evitando ulteriori ritardi o sospensioni dei lavori"
Ha scritto la Provincia di Pisa.
"Che la ditta ci dia adesso una data formale di fine lavori" : il Presidente Angori scrive una lettera all'impresa appaltatrice dei lavori alla Botte
Ponte della Botte: ancora la ditta incaricata dalle lavorazioni non ha comunicato alla Provincia di Pisa, ente committente, la data per la riapertura totale della infrastruttura, nonostante i vari solleciti che sono partiti anche in questi giorni dalla struttura tecnica provinciale. "Intanto gli uffici della Provincia hanno operato affinché si siano svolte le lavorazioni ai sottoservizi in modo da far procedere intanto questa fase, e poter così evitare di perdere ulteriormente tempo lavorando una volta che viene ultimata la manutenzione straordinaria della infrastruttura, e quindi a valle delle lavorazioni principali", spiega il Presidente Massimiliano Angori che ha scritto in questi giorni alla ditta per aver conto dei tempi di riapertura. Di seguito alcuni passaggi della lettera, in cui il Presidente sottolinea che ad oggi la ditta incaricata non abbia formalizzato una data di fine lavori.
"E ciò nonostante: innumerevoli solleciti da parte della nostra struttura tecnica, riunioni, tavoli sulla questione della Botte, ecc. Perché vedete, questa situazione sì, mette in difficoltà il sottoscritto" scrive Angori nella missiva, "come vertice dell'ente provinciale che viene preso a bersaglio, come è inevitabile che sia, e sulle cui responsabilità come rappresentante dell'ente non voglio certo sottrarmi, come afferma qualcuno cercando di strumentalizzare questa vicenda sulla pelle della sicurezza della viabilità o dei cittadini, magari.
Ma questa situazione in realtà mette in difficoltà in primis le Comunità su cui insiste l'infrastruttura, cittadinanza e imprese. E diciamolo: mette in difficoltà anche voi, come realtà imprenditoriale, che ha l'obbligo di impegnarsi in toto e totalmente su questo cantiere avviato da un anno, e su cui non è altresì normale ogni volta rifuggire all'ultimo momento riunioni e tavoli che vengono convocati da questa Presidenza per fare il punto sullo stato dell'arte.
Se l'attuale Codice degli Appalti tollera questo, almeno fino a quando non saranno conclusi i lavori formalmente, tutto questo non è comunque tollerabile sia per i cittadini, sia a livello istituzionale sia a livello imprenditoriale", aggiunge Angori.
"In sintesi le lavorazioni hanno incontrato molteplici difficoltà nel corso del tempo, criticità spesso emerse una dopo l'altra e fatte presenti dalla ditta appaltatrice alla struttura tecnica di volta in volta. È pur vero che anche gli eventi meteo avversi, tra l' autunno e la primavera scorsi, con le emergenze meteo regionali, tra cui una allerta rossa per il fiume Arno a marzo, non abbiano agevolato l'iter, ma gli uffici tecnici provinciali come previsto dal Codice Appalti hanno anche dovuto concedere delle proroghe accordandole alla ditta stessa. Non è concepibile, adesso, arrivati a questo punto, dove sicuramente si può dire che non c'è stata volontà di pianificare in linea generale l'attività da chi ogni giorno era sul cantiere, non avere una data per la fine delle lavorazioni e la riapertura totale della infrastruttura. Confido pertanto che la ditta ci faccia sapere a stretto giro quali sono i loro programmi nel merito, sottolineando, a chi lo chiede a gran voce, che un contenzioso in corso d'opera avrebbe avuto solo l'effetto di sospendere le lavorazioni totalmente per poter far svolgere il lavoro alla giustizia amministrativa, questo prevede la normativa vigente per la pubblica amministrazione".
Formalmente dunque, dopo la sospensione parziale delle lavorazioni concessa dalla Provincia di Pisa per eseguire i lavori ai sottoservizi, come detto in precedenza, per l'ente provinciale, ad oggi, la data di fine interventi era il 28 giugno 2025. Adesso l'ente provinciale, come le Comunità interessate e buona parte di questo territorio, attende una data dalla ditta per la riapertura totale.
(In foto la realizzazione del primo parapetto sulla infrastruttura, avvenuta in questi giorni in cui le lavorazioni vanno avanti, ndr).
Ha scritto Confcommercio.
“Sollecitare l'azienda per avere una data di fine lavori ci sembra davvero il minimo da parte della Provincia vista l'assurda situazione del Ponte alla Botte, quello che ci chiediamo e che ci preoccupa è: chi pagherà i danni alle imprese danneggiate da un anno di chiusura del Ponte?”. Questa la richiesta che giunge dal referente sindacale di Confcommercio Provincia di Pisa Luca Pisani.
“Nonostante le promesse e le rassicurazioni a quasi un anno di distanza dalla chiusura del Ponte è ancora buio totale sulla data di riapertura, dopo i molteplici rinvii che si sono susseguiti in questi mesi. Ci sembra incredibile e francamente inaccettabile che la imprese e cittadini continuino ad essere ostaggio di un cantiere senza fine, con una Provincia che da un lato chiede finalmente lumi sull'andamento dei lavori, ma che dall'altro non si assume la responsabilità di applicare le penali all'azienda incaricata dei lavori per destinarle, sotto forma di ristoro, alle attività ripetutamente danneggiate da questa situazione, come abbiamo più, volte richiesto”.
“Anche alle amministrazioni comunali di Vicopisano e Calcinaia chiediamo un vero atto di responsabilità nei confronti delle aziende dei loro territorio, in modo che vengano garantiti ristori immediati e tempestivi che a questo punto diventano fondamentali per la loro sopravvivenza. Chiediamo ancora una volta il massimo sforzo a tutti gli enti coinvolti per sostenere queste aziende che difficilmente riusciranno a rialzarsi dopo quasi un anno passato senza lavorare”.
“Il ritardo” prosegue Pisani “ha ormai raggiunto proporzioni inaccettabili e le attività più prossime al Ponte, con cui abbiamo organizzato un sit-in di protesta proprio per fare luce su questa drammatica situazione, sono esasperate. Anche in seguito a nostri sopralluoghi effettuati con le attività abbiamo recentemente verificato che l'andamento dei lavori procede purtroppo a estremo rilento. Il rimpallo di responsabilità non ci interessa, vogliamo vedere il Ponte riaperto prima che l'inefficienza e una gestione a dir poco approssimativa rischino di far chiudere piccole attività a conduzione familiare sfiancate da mesi di mancati incassi e cali di fatturato dovuti alla chiusura”.
Alla richiesta di Confcommercio si unisce lo studio legale degli avvocati Francesca Calamita e Alessandra Gherardini, che tutela alcune delle attività ubicate in prossimità del Ponte alla Botte, sia sul versante di Calcinaia che su quello di Vicopisano. “È veramente inaccettabile a più di un anno di distanza dalla chiusura non avere un cronoprogrmma sulla riapertura effettiva, le attività che rappresentiamo sono arrivate allo stremo. L'apertura parziale purtroppo non è sufficiente a garantire la regolarità del traffico e a ripristinare il volume d'affari antecedente alla chiusura Chiediamo agli enti competenti di assumersi le proprie responsabilità e allo stesso tempo auspichiamo una rapida erogazione dei ristori previsti. Se entro la fine di luglio o l'inizio di agosto non riceveremo risposte ci vedremo costrette a valutare la strada della tutela giudiziaria”.
Ha scritto Confesercenti.
“La conclusione dei lavori deve essere la priorità da raggiungere con tutti i mezzi e gli strumenti a disposizione della Provincia nei confronti della ditta. Evitare sicuramente atti che possano portare ad una interruzione del cantiere, con conseguenze che neppure proviamo ad immaginare”.
Da Confesercenti, con la sua presidente Monte Pisano Cindy Del Tacca, un appello alla Provincia affinché incalzi la ditta appaltatrice per quanto riguarda l’intervento al Ponte della Botte. “Sicuramente l’atteggiamento avuto della ditta anche nei confronti delle associazioni di categoria che rappresentano i legittimi interessi di quelle attività in crisi per il protrarsi della chiusura del ponte – spiega Del Tacca – non è mai stato collaborativo ed anzi nelle poche volte che abbiamo avuto modo di parlaci anche evasivo. Per questo chiediamo alla Provincia di mettere in campo tutti gli strumenti a sua disposizione per incalzare la ditta innanzitutto perché si conclude l’intervento ma anche affinché in tempi rapidissimi sia annunciato un cronoprogramma definito e che non sia oggetto di ulteriori rinvii. I contenziosi ed il ricorso ai legali – conclude la presidente Monte Pisano di Confesercenti – sono strade che l’ente pubblico dovrà percorrere per tutelare l’interesse anche economico della collettività, ma consapevoli che non portino ad ulteriori ritardi nei lavori o addirittura alla sospensione”.