Sanità toscana, è il tempo di una svolta: al centro il territorio e le persone, non le strutture

Politica
PISA e Provincia
Lunedì, 21 Luglio 2025

Da Forza Italia Pisa la richiesta di un cambio di rotta

Il sistema sanitario toscano si trova di fronte a una scelta cruciale.

Almeno secondo Forza Italia Pisa che chiede un immediato cambio di rotta per rimettere al centro il territorio e le persone, e superare l'attuale modello sanitario.

 

Hanno scritto Roberta Salvadori (responsabile del Dipartimento provinciale dedicato alla sicurezza alimentare, alla nutrizione e alla promozione del cibo italiano nel mondo di Forza Italia Pisa), Roberto Sbragia (consigliere provinciale Provincia di Pisa Forza Italia).

In un tempo in cui la parola “cura” rischia di diventare una voce di bilancio e non una promessa sociale, la sanità toscana ha bisogno di ripartire dal suo cuore pulsante: il territorio e le sue persone.

Non dalle strutture, non dalle esternalizzazioni, ma da una visione integrata e concreta che rimetta al centro la dignità dei cittadini e dei professionisti sanitari.

La nostra regione – spiega Roberta Salvadori responsabile del Dipartimento provinciale dedicato alla sicurezza alimentare, alla nutrizione e alla promozione del cibo italiano nel mondo di FI - ha una storia importante nella gestione della salute pubblica, ma oggi deve affrontare scelte strategiche decisive. Il modello ospedalocentrico, frammentato e appesantito da costi di outsourcing, mostra sempre più i suoi limiti. Strutture sottoutilizzate o ridondanti, con personale ridotto all’osso, generano inefficienze e aumentano le attese, minando l’accesso equo alle cure. 

Peraltro questo sistema reattivo costringe a sacrificare interventi cruciali di prevenzione, promozione della salute e sensibilizzazione sugli stili di vita, e fra questi, soprattutto alimentazione e nutrizione che è il fattore con maggiore impatto sanitario.

La riforma che ha ridotto le ASL a tre sole grandi aziende non è mai stata realmente valutata in termini di impatto sulla salute dei cittadini. L’accorpamento ha reso più complessa la gestione e più distante il rapporto con il territorio e allo stesso modo, il modello dell’ospedale per intensità di cura — adottato senza un’analisi trasparente dei risultati — ha mostrato forti criticità nel garantire continuità assistenziale e personalizzazione del servizio.

Il futuro non può essere la moltiplicazione di poli ultraspecialistici e strumentazione sofisticata spot, ma la valorizzazione del capitale umano della medicina nel suo insieme, da quella opedaliera a quella territoriale, della prossimità, e della continuità assistenziale.

Investire in presidi territoriali, rafforzare le case della salute e sviluppare una rete capillare con professionisti ben formati, motivati e stabilizzati, che riescano a dialogare in maniera snella con i colleghi ospedalieri è la via più sostenibile e umana.

Contrariamente alle scelte del governo regionale, che ha puntato su accorpamenti e modelli organizzativi tecnocratici, la Toscana ha ancora l’opportunità di tracciare una rotta alternativa. Una sanità che non si limiti a curare, ma che si impegni a prendersi cura, con risorse ben allocate, strutture snellite e personale adeguatamente valorizzato.

Questa è la sfida, ma anche l’occasione di restituire ai cittadini non solo servizi più rapidi e accessibili, ma soprattutto la fiducia e rispetto.

Conclude Roberto Sbragia – consigliere provinciale di FI – mi lascia perplesso la scelta della Regione Toscana di introdurre la figura professionale del “Faciltiatore” figura sperimentale che durerà un anno, al costo di un milione e 430 mila euro, in sintesi un addetto, non sanitario, bravo nel comunicare e creare empatia, capace di migliorare le connessioni con le persone. Questa figura professionale riporta alla mente il ricordo della figura professionale dei “Navigator” presso i centri dell'impiego di cui poi abbiamo perso traccia e risultati occupazionali.

 

redazione.cascinanotizie