Sostegno alla Flotilla e al popolo palestinese. "Blocchiamo tutto": Palazzo Ricci occupato
Dopo il blocco della Global Sumud Flotilla, migliaia di manifestanti in piazza a Pisa: occupati i binari della stazione e lo stabile dell’Università
A Pisa la protesta per la Palestina è esplosa nuovamente nelle strade.
Nella serata di ieri, dopo l’annuncio del blocco della Global Sumud Flotilla, diverse migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione che ha portato all’occupazione dei binari ferroviari e del centro della città, in seguito, del Palazzo Ricci, edificio dell’Università.
La mattina di giovedì 2 ottobre Student per la Palestina Pisa, ha organizzato una conferenza stampa per presentare il piano d'azione del gruppo.
Ha scritto Student per la Palestina Pisa.
PALAZZO RICCI OCCUPATO - PER LA PALESTINA E PER LA FLOTILLA INONDIAMO OGNI POLO, OGNI PIAZZA, OGNI CITTÀ. BLOCCHIAMO TUTTO!
Ieri sera, subito dopo l'annuncio del blocco della Global Sumud Flotilla, migliaia di persone sono scese in piazza a Pisa. Nemmeno un'ora dopo dalle prime notizie che arrivavano, i binari della stazione di Pisa erano di nuovo occupati da più di cinquemila persone.
Il corteo però non è finito lì, è tornato in centro e ha occupato il palazzo Ricci dell'Università di Pisa, un’università che continua a fornire ricerche e studi ad Israele e alle aziende che producono le sue armi, nonostante sia sancito dal suo statuto il rifiuto di ogni partnership a fini bellici.
Se UniPi vuole essere un ingranaggio della macchina della guerra, noi dai suoi poli vogliamo partire per liberare spazi per la Palestina.
Da Palazzo Ricci ci organizzeremo per le giornate di manifestazioni che bloccheranno le nostre città! A partire da domani alle 13:30, quando partiremo per una mobilitazione in Università, andando tra le nostre aule, i nostri poli e dipartimenti perché la Palestina è la priorità di tuttə in questo momento e ogni spazio dell’università deve volgere la sua attenzione verso il popolo palestinese.
Il governo italiano ha abbandonato le navi della Sumud flotilla non appena sono entrate nel raggio delle acque palestinesi, sancendo ancora le sue priorità: lasciare Israele indisturbato, anche al costo di mettere a rischio i cittadini e le cittadine italiane. Per questo il grido di "Palestina libera" sarà ovunque nei prossimi giorni, a Pisa come in tutta Italia, perché è ormai chiaro che non sarà il governo italiano a interrompere le complicità con il genocidio che sta avvenendo in Palestina, ma saranno i cittadini e le cittadine italiane, proprio come quelle imbarcate sulla Sumud flotilla, a fare in modo che ogni complicità venga fermata.
Lo hanno dimostrato in queste settimane i lavoratori portuali a Livorno, Genova, Taranto bloccando le armi e le merci dirette ad Israele; lo hanno dimostrato in questi anni gli studenti e le studentesse dell’Università di Pisa, insieme a docenti e ricercatori, mobilitandosi costringendo la governance universitaria a rompere due degli accordi che intrattiene con le università israeliane. Noi possiamo fare la nostra parte per fermare il genocidio in Palestina a partire dalla nostra città, dal nostro Paese. Dopo due anni di genocidio, non c'è più tempo da aspettare. Ogni giorno inonderemo le città, con rabbia sempre più forte e bloccheremo ogni luogo in cui passa la guerra, il colonialismo, il genocidio.
Lo avevamo detto, se bloccano la sumud Flotilla blocchiamo tutto. Abbiamo iniziato a farlo, per continuare fino a quando servirà, fino a quando non saremo liberi da ogni complicità con la guerra e con il genocidio, finché la Palestina non sarà libera!
Oggi a partire da Palazzo ricci occupato partiremo in mobilitazione alle ore 13:30 per bloccare l’università.
Alle ore 16 in Piazza Gaza (ex XX settembre) ci faremo sentire durante il consiglio comunale.
Domani, venerdì 3, sarà sciopero generale con l’appuntamento per il corteo cittadino alle ore 9 in piazza Gaza (ex XX settembre).
Sabato 4 partiremo dalla stazione di Pisa per raggiungere Roma, dove migliaia di persone arriveranno da tutta Italia per bloccare la Capitale per la Palestina.
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