Una stangata che questa città non meritava
Chi non ha saputo garantire l'ordine pubblico resta impunito, a pagare sono sempre i tifosi
La stangata è servita. Per i tifosi del Pisa ci saranno tre mesi di “purga”, per quanto accaduto nelle ore precedenti la sfida con il Verona. Si temeva il peggio e questo è capitato fra capo e collo ad una tifoseria che ha avuto l’unica colpa di voler difendere una porzione di quartiere, con le sue attività e la sua società civile, dalle scorribande di una “squadraccia” scesa dal veneto con rinforzi provenienti da ogni dove. Una sorta di Pisa contro il resto del mondo, con le forze dell’ordine assenti ingiustificati di fronte ad uno scempio che poteva avere un esito ben peggiore.
Chi ha impedito lo stupro della città paga il prezzo più alto a livello globale e, purtroppo, lo pagherà anche a livello individuale, visto che sono tutt’ora in corso indagini per rilasire all’identità, speriamo ben nascosta, dei tifosi pisani accorsi a scongiurare il peggio.
Alla fine il conto lo pagano quelli meno colpevoli, ma non chi da due mesi a questa parte ha permesso saluti romani sotto la Torre di Pisa, ricordiamolo, patrimonio dell’Unesco, scorribande di gruppi di fiorentini arrivati anche un questo caso ad un chilometro circa dallo stadio indisturbati, come in una città fantasma. Queste persone sotto tutte al loro posto a giocare a scaricabarile per salvare una poltrona sulla quale evidentemente si sta troppo comodi per assumersi la responsabilità dei propri errori.
Il calcio, sport ormai moribondo, oggi ha subito un altro duro colpo, il calcio muore lentamente violentato sul campo fra tecnologie e interpretazioni regolamentari che ne hanno fatto un altro sport, muore sulle tribune sempre più vuote, fra prezzi impossibili e restrizioni che vengono messe in atto e che dimostrano come chi dovrebbe garantire l’ordine pubblico non sia in grado di riuscire a farlo. Vigilare, controllare, far rispettare leggi e regole è evidentemente esercizio troppo complicato, meglio proibire, proibire, proibire. Ed il calcio muore.

