Non in nostro nome. Siamo così sicuri che le “teorie” di Allam siano giuste?

Cultura
Cascina
Venerdì, 28 Ottobre 2016

E tu, Oriana, mettendoti al primo posto di questa crociata contro tutti quelli che non sono come te o che ti sono antipatici, credi davvero di offrirci salvezza? La salvezza non è nella rabbia accalorata, né nella calcolata campagna militare chiamata, tanto per rendercela più accettabile “Libertà duratura”. O tu pensi davvero che la violenza sia il miglior modo per sconfiggere la violenza? Da che mondo è mondo non c’è stata ancora la guerra che ha messo fine a tutte le guerre. Non lo sarà nemmen questa.”

Queste parole sono di Tiziano Terzani, contenute in quel meraviglioso libro che è Lettere contro la guerra, autore che amo sempre citare e proporre perché vivifica le nostre coscienze e i nostri cuori.
Stamattina, come avete potuto leggere nell’articolo del mio collega Carlo Palotti, la redazione di PuntoRadio ha avuto in trasmissione a “Primo piano” lo storico Franco Cardini. Oggi pomeriggio siamo andati  a vedere sia il sit-in di protesta dell’opposizione (importante e bello che ci fosse), a cui mi aspettavo però partecipassero più persone, sia il conferimento della cittadinanza onoraria a Magdi Allam. Sono  stato testimone diretto del dispiegarsi dell’intensa giornata, sotto le molteplici sfumature.

Ho letto degli articoli di Allam su Il Giornale e vi posso assicurare che ho letto cose molto più interessanti. Ciò che segue è frutto di alcune letture fatte in passato, e dell’esperienza di oggi; sono degli spunti di riflessione che propongo. Vorrei insinuare, invece, come è mio uso, qualche dubbio che generi qualche domanda: non è mio interesse far ricadere la discussione, di nuovo, sui termini “islamofobi, razzisti, cattocomunisti buonisti , piddini, leghisti” e quant’altro. Vorrei provare a ragionare sul tema in maniera più sincera. Il dibattito intorno alla reale pericolosità o meno dell’Islam è un tema che ormai affascina e scalda molti animi. Le visioni sono molto variegate, contraddittorie, spesso intrise e sporcate da ideologie politiche talmente esangui da vivere solo di espedienti, di slogan (che sono la morte, per definizione) di qualsiasi ragionamento serio. Vi sono, generalmente, due punti di riferimento, Tiziano Terzani da una parte, Oriana Fallaci dall’altra. Celeberrimo, per non dire mitico, il loro botta e risposta sulle pagine del Corriere della Sera del 2001, subito dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York dell’11 settembre, di cui la citazione in apertura è parte. Tutto oscilla fra due poli: chi sostiene la totale incapacità della religione islamica di fondersi pacificamente con le istituzioni europee, perché intriso, alla base, di violenza; e chi invece ritiene che questa lettura sia connotata da una forte dose di razzismo, se non di cattiveria. La faccenda è complessa, difficilissima. Io stesso mi sono trovato a confrontarmi con il mondo arabo musulmano, il mondo cristiano orientale e i rapporti che le due culture intrattengono e hanno intrattenuto, a lungo, nel passato. Grazie a questi rapporti è cresciuto sia l’Oriente che l’Occidente, ed è ormai certezza storica, come ha ribadito lo stesso Cardini stamani in trasmissione. Va detto che il mondo dell’Islam è uno dei più complessi da districare, perché composto da molteplici e multiformi realtà. Uso il plurale perché le forme religiose e culturali al suo interno sono molteplici: nella classica divisione fra sunniti e sciiti, troviamo moltissime scuole religiose, teologiche con interpretazioni, fini, concetti totalmente differenti gli uni dagli altri. Un musulmano di cultura persiana, sciita, ha pochissimo in comune con un musulmano senegalese, per non parlare, poi, dei wahabiti (una delle scuole più ortodosse all’interno dell’Islam) dell’Arabia Saudita. Non vi è dunque un solo generico Islam. Si tende a fare dei musulmani un grande e unico mucchio, come se fossero tutti uniti e coesi contro di noi, stretti da una medesima ideologia, quella dell’odio contro l’Occidente, come se fossero tutti lì, pronti con scimitarre alla mano, ad invadere l’Europa succube e degenerata.
Non è proprio così. Storici autorevoli, come Franco Cardini, ma anche Tzvetan Todorov, filosofo e sociologo bulgaro naturalizzato francese, hanno accuratamente smontato questa tesi poco affidabile e molto semplicistica, per non dire stupida. Infatti scrive Cardini “Oggi va di moda lodare le virtù di Oriana Cassandra Fallaci, di spirito profetico dotata: eppure dovrebbe essere chiaro a tutti[..] che Oriana Cassandra [..] a proposito dell’Islam ha sbagliato in pieno, con le sue pagine tanto disinformate quanto dure e violente, ha causato più mali della grandine” (Islam è una minaccia. Falso, pag.XIII). Voglio aggiungere che chi scrive questo articolo a lungo ha considerato la figura della Fallaci estremamente negativa, ma sbagliavo: è stata anche una bravissima scrittrice e una valorosa reporter di guerra e non va mai dimenticato. La mia Fallaci è questa, per questo la ricordo; la seconda fase della sua riflessione, quella sull’Islam, non si armonizza con i miei pensieri e valori, ma non si può mai rinchiudere una persona in un pensiero solo.

Sempre lo stesso Cardini parla più che di “scontro di civiltà”( Huntington, 1996), tornato tanto di moda, e su cui sia Allam che anche il sindaco Ceccardi stasera hanno insistito a lungo, quanto di “scontro per la civiltà” che cristiani e musulmani devono combattere assieme. La madre di tutti i fondamentalismi, dunque, più che i testi religiosi, sono le enormi disuguaglianze di cui ha ben parlato il sociologo Zygmunt Bauman, che ha descritto la nostra società come “liquida”, connotata da una radicale perdita di valori, dallo sgretolamento delle democrazie di fronte ai nuovi problemi e dalla ricerca esasperata ed esasperante del profitto. Tutto ciò crea malesseri e le cosiddette “passioni tristi”, come le ha definite lo psicoanalista argentino Benasayag. I grandi dissesti economici sono terreno fertile su cui facilmente prolificano, come mosche in uno stagno d’acqua putrida, fondamentalismi violenti e distorte matrici terroristiche.

Anche Todorov insiste su questo, ovvero, su una matrice più politico-economica che religiosa. Quest’ultimo si focalizza sulla “paura dei barbari” che fa diventare barbari anche noi, finendo così per smantellare lo stato di diritto in nome della sicurezza e del controllo a tappeto, che non ci salverà mai dal pericolo. Questo non significa non controllare, anzi, le misure vanno e devono essere rafforzate, ma ricordiamoci che il controllo capillare e spione era tipico degli stati totalitari che non sono stati esenti dal collassare su se stessi, come gli ex stati sovietici. Oppure Israele, che, come dice lo stesso Todorov, nonostante sia estremamente militarizzato e controllato, non è mai stato esente da attacchi terroristici.

Allora perché, mi chiedo e chiedo, insistere su queste visioni banali proprie di teorici neoconservatori, fissati sull’invasione, la sostituzione etnica e dell’Europa succube dell’Islam. Personalmente trovo queste letture completamente errate. Ma di quale piano di sostituzione stiamo parlando, di quale annullamento della nostra cultura? Se dimentichiamo, perdiamo e distruggiamo tutto ciò che la nostra Civiltà ha creato, anche grazie al dialogo con le Altre Civiltà, perché deve essere colpa di altri?. Perché la moschea di Pisa, ad esempio, che vanta ben 24 anni di esistenza e che ora viene solamente ampliata, incontra così tanto ostracismo e tutti questi nazional-popolarismi? Dove erano prima gli Allamiani e i Fallaciani? dormivano? Forse sì, perché letture alternative ce ne sono tante e non sfociano nel buonismo, che anche chi scrive non sopporta e lo giudica persino più falso del razzismo, che è vile. Si tratta di far leva su ciò che ci ha sempre salvato e per cui si è sempre lottato: il laicismo, la carta comune della Costituzione e i valori universali della Repubblica che, come scrive il filosofo, teologo, islamista e gesuita Samir Khalil Samir (se si leggono i suoi articoli si vede che non è per niente morbido e accondiscendente) chiunque di qualsivoglia religione deve accettare e fare proprie, senza per questo rinunciare alle proprie radici. L’accoglienza si fa solo con l’insegnamento dei valori, della lingua e dello spirito dei paesi di arrivo. Non è inculcare, ma informare su chi siamo e non su chi assomigliamo. La sintesi dei pluralismi trova ragione d’essere nel contesto del laicismo, spesso confuso con l’ateismo di stato. Samir parla anche di accoglienza non illimitata, per ovvie ragioni di spazi e di termini economici e non si può dar torto a Samir Khalil. Quali saranno le ripercussioni, positive e/o negative sul Welfare State? Come gestire i nuovi arrivi con la disoccupazione che dilaga? In futuro, se le proporzioni aumenteranno, sarà possibile la gestione sana dell’immigrazione? È un tema che anche la sinistra deve far proprio, senza aver paura. È proprio su un certo lassismo della sinistra sul tema dell’immigrazione che le destre fanno leva, come nota Onfray. D’altronde però, dice Todorov su La Repubblica in diversi articoli, questi afflussi sono la conseguenza di approcci sbagliati e di interventi miseramente falliti, e che hanno creato solamente stragi, enormi disastri politici ed economici e quindi sfollamenti. Alcuni esempi? Iraq, Libia, Siria, Mali etc..Queste le cause, non le giustificazioni. Cercare di capire, come stiamo facendo noi insieme, non è da buonisti. È ovvio che parlare di “mandare tutti a casa loro”, “prima gli italiani” sono solo degli slogan che non rispondono a delle domande, così come non lo è la frase “sono risorse”. Cosa significano? Non ci bastano più le sigle. Sono slogan, uccidono l’essere critico. E annoiano, per non dire di peggio. È l’ora che destra e sinistra (di quest’ultima, ormai, ciò che ne è rimasto) depongano le visioni colorate dal partito di riferimento e studino il problema consapevolmente, responsabili verso il futuro. Francamente, parlo per me, ragazzo di 23 anni, le “teorie” di Allam non dicono assolutamente nulla. L’ho sentito personalmente: ha parlato sono per frasi fatte, paroloni che incutono paura come “dissoluzione della civiltà” “auto invasione” ( che se ci si sofferma ad analizzarla, come parola, suonerà alquanto strana), "sostituzione in nome del meticciato”. Tutto questo non mi convince perché non è supportato abbastanza. Preferiscono le “idee buone” prodotte dalla Storia, dalla Filosofia e dalle Scienze Umane che studiano, sempre e seriamente i problemi dei nostri tempi, come ha detto Cardini stamani. Non credo sia questione di gusti però. E non si parli poi di relativismo, come amano dire i sedicenti difensori della nostra civiltà.
Ho messo le fonti per chiarezza, per chi volesse informarsi.
Fonti:
Franco Cardini, L’Islam è una minaccia. Falso!, Laterza, Roma-Bari, 2016
Michel Onfray, Pensare l’Islam, Ponte alle Grazie, Milano 2016
Amos Oz, Contro il fanatismo, Feltrinelli, 2002
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra, Tea, Longanesi, 2002.
Gli articoli di Todorov sono apparsi su La Repubblica. Per Samir Khalil Samir articoli apparsi su Tempi.it
 

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