Nuovo importante titolo per il cascinese Stefano Saltannecchi
Già Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme è stato nominato Accademico Corrispondente
Il cascinese Stefano Saltannecchi, Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, lo scorso febbraio è stato nominato Accademico Corrispondente. La cerimonia di conferimento del titolo è avvenuta sabato 3 maggio, nella sala del Palazzo dei 12, in Piazza dei Cavalieri a Pisa.
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"Sono molto onorato di essere stato insignito di questo prestigioso titolo - ha detto Stefano Saltannecchi, nella foto in alto a destra -. Procederò nel percorso di valorizzazione delle tradizioni cavalleresche dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Tradizioni, che si intrecciano nel corso della storia con quelle della Repubblica Marinara di Pisa e dei Cavalieri di Santo Stefano".
"Nel 1099 - ricorda Saltannecchi - l’arcivescovo di Pisa Daiberto Lanfranchi era presente alla Prima Crociata e partecipò in maniera predominante alla nascita del Primo Regno di Gerusalemme con Goffredo di Buglione come re. Daiberto Lanfranchi divenne il primo patriarca latino di Gerusalemme. Fonti storiche attendibili datano la nascita dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme proprio nel 1099".
Tra la citttà di Pisa e la Terra Santa, resta vivo un rapporto iniziato da un millennio.
Prosegue Stefano Saltannecchi. "L’inscindibile legame tra Pisa e la Terra Santa ed, in particolare, tra Pisa ed i Cavalieri dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme si nota anche con la riproduzione della Chiesa del Santo Sepolcro a Pisa, datata 1113 ed anche con la terra santa che fu portata da Gerusalemme a Pisa e che diede inizio alla tradizione del Camposanto".
A Pisa nacque, infatti, il primo Camposanto che fu battezzato così perché la tradizione ci riporta che l’arcivescovo Ubaldo Lanfranchi nel XII secolo, di ritorno dalla Terra Santa riempì l’interno con terra portata dal Monte Calvario.
Dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme ed anche dall’Ordine di Malta, nasceranno poi nel corso del tempo tutti gli altri ordini cavallereschi tra cui, appunto, l’Ordine del Cavalieri di Santo Stefano di Pisa.
Un po’ di storia dell’Accademia di Marina e dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano
Nel cuore pulsante della storia italiana, un'istituzione si erge a custode di memorie gloriose e tradizioni immortali: l'Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano Papa e Martire. Ente morale dello Stato, essa ha il compito di perpetuare il ricordo del Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire, un ordine che ha segnato la storia marittima d'Italia, e di sostenere le famiglie della Marina Militare e Mercantile, offrendo loro un faro di speranza attraverso borse di studio.
L'Istituzione è anche un fervente promotore della ricerca storica, illuminando le gesta eroiche e le tradizioni di questo storico Ordine, un tempo baluardo della cristianità nel Mediterraneo. La sua attività è posta sotto la vigile tutela del Ministero della Pubblica Istruzione, e il suo Consiglio di Amministrazione è un crocevia di rappresentanti delle più alte istituzioni: dal Ministero della Difesa a quello della Marina Mercantile, dall'Amministrazione Provinciale e Comunale di Pisa alla Camera di Commercio e alla Cassa di Risparmio. Due Legazioni, come antiche sentinelle, vegliano sul Tirreno, a Portoferraio e nel Golfo di Gaeta, mentre l'Accademia di Marina dei Cavalieri di S. Stefano affianca l'Istituzione nella sua missione.
La storia di questa istituzione affonda le sue radici nel Rinascimento, quando Cosimo I de' Medici, desideroso di realizzare i suoi ambiziosi progetti, istituì un ordine equestre, sacro, militare e marittimo, riservato ai più fedeli alla sua dinastia. Il 1° ottobre 1561, Papa Pio IV emanò il "Dilecto Filio", erigendo di fatto la "Religione" del Duca, che si ispirò agli ordini cavallereschi esistenti, in particolare a quello di Malta, adottandone la croce ottagona, ma invertendone i colori, quasi a sigillarne una nuova identità.
Con la bolla "His quae Pro Religionis Propagatione" del 1° febbraio 1562, Pio IV approvò gli Statuti dell'Ordine, e il 15 marzo dello stesso anno lo consacrò sotto la regola benedettina e la protezione di Santo Stefano Papa e Martire, conferendo a Cosimo I e ai suoi discendenti il titolo e l'abito di Gran Maestro. In un'epoca in cui il Mediterraneo era insicuro, teatro di scorrerie ottomane, Cosimo I volle creare una rete di avamposti fortificati, con l'Isola d'Elba come fulcro, per proteggere le signorie cristiane dalle incursioni turchesche. Le parole di Pio IV risuonano ancora oggi: "...ad DEI laudem et gloriam, ac fidei Catholicae defensionem, Marisque Mediterranei ab infedelibus custodiam et tuitionem...". Cosimo I riuscì così a creare un Ordine che combatteva per una causa santa e onorevole, la difesa della fede di Cristo, e stabilì che il convento avesse sede a Pisa e un palazzo all'Elba, non lontano dalla "Terra di Ferraio" che Carlo V aveva ordinato di fortificare nel 1547, e dove sarebbe presto sorta Cosmopoli, l'odierna Portoferraio, città simbolo del cosmo.
L'Ordine accoglieva a Pisa la nobile gioventù di tutta Italia, attratta dalla gloriosa tradizione marinara della città, un tempo Signora del Mediterraneo. Nato in un'epoca di conflitti che dilaniavano l'Europa e lasciavano ai Barbareschi il controllo dei mari, l'Ordine, autorizzato da Papa Pio IV come "religione" di ardimento e sacrificio, liberò, dopo secoli di battaglie, i mari dagli infedeli, ristabilendovi il primato cattolico.
Per perpetuare la memoria di questo glorioso istituto e per continuare la sua opera di assistenza a favore dei figli dei marinai d'Italia, fu istituita l'Istituzione dei Cavalieri di S. Stefano, eretta in ente Morale con Regio Decreto del 14 febbraio 1939, n. 1433.
Nel dopoguerra, la revoca dell'autorizzazione a promuovere un ordine cavalleresco che ne perpetuasse integralmente la memoria pose una nuova sfida: come riunire i discendenti delle famiglie che avevano avuto cavalieri nell'antico Ordine e tutti coloro che desideravano cooperare nel mantenere vivo il ricordo e le tradizioni del Sacro Militare Ordine dei Cavalieri di S. Stefano? La risposta fu la creazione dell'Accademia dei Cavalieri di S. Stefano, che ha assunto l'attuale denominazione di "Accademia di Marina dei Cavalieri di Santo Stefano Papa e Martire", ispirandosi, pur con i necessari adattamenti al mutato contesto storico e alle diverse finalità, alla prestigiosa "Académie de Marine" francese.
Oggi, lo Statuto dell'Istituzione chiarisce che il suo scopo è promuovere e coordinare attività scientifiche e storico-culturali. Attraverso iniziative mirate, come la concessione di riconoscimenti e distinzioni che non hanno la natura di onorificenze cavalleresche, e sostenendo lo sviluppo di studi sulla storia del Sacro Militare Ordine dei Cavalieri di S. Stefano e sulla storia marittima mediterranea tra il XVI e il XIX secolo, l'Istituzione si avvale dell'Accademia per adempiere al suo fine statutario: perpetuare il ricordo e le tradizioni dell'antico Ordine e della marineria italiana.
Come emblema della sua eredità, l'Istituzione ha adottato lo stemma dell'antico Ordine: una croce rossa ad otto punte in campo bianco, sormontata dalla sigla "S.R.D.S." (Sacra Religione di S. Stefano) e accompagnata dal fiero motto "NOMINI MEO ADSCRIBATUR VICTORIA" - "Al mio nome sia ascritta la vittoria". Un'eco lontana di battaglie vinte e di una tradizione che continua a vivere nel presente.