Palio, l'amarezza del giorno dopo
Un Palio a dir poco disgraziato quello corso ieri a Buti, sul tracciato “alla lunga” - punto di partenza diverso da quello di arrivo, un po' alla maniera dei “Derby” inglesi di galoppo – pur allestito con ogni riguardo possibile per la sicurezza di cavalli, cavalieri e spettatori lungo la SP 38 che porta sulla vetta del Serra.
Ormai è di pubblico dominio la ferale notizia che un cavallo, il purosangue prescelto a difendere i colori biancorossi della contrada San Rocco, è stramazzato al suolo ed è morto nel corso della terza batteria, quella del recupero valido per accedere alla finale che si sarebbe dovuta correre da lì a poco.
Da qui la decisione del direttivo del “Seggio di Sant'Antonio”, unanimamente condivisa e condivisibile, di sospendere il palio per le conseguenze oggettive ed emotive che il tragico evento ha prodotto.
“L'annullamento della finale è stato preso in segno di rispetto per la morte del cavallo della contrada San Rocco – si legge nel comunicato stampa emesso dalla associazione “Palio delle contrade di Buti” - L'evento è l'atto culminante della festa dedicacata a Sant'Antonio abate, protettore degli animali domestici, ed un tragico evento come quello accaduto sotto gli occhi di migliaia di persone non lasciava alcun presupposto per festeggiare. L'associazione però tiene a precisare alcuni concetti basilari. Gli sforzi compiuti dall'associazione per l'ulteriore messa in sicurezza del percorso hanno ricevuto l'autorizzazione della MIPAAF, sono stati acquistati nuovi materiali per un valore di svariate decine di migliaia di €uro che hanno contribuito ad evitare che l'incidente recasse conseguenze ben più gravi – prosegue il comunicato – La responsabilità del malore fatale occorso al povero animale non può essere ricondotta alle caratteristiche del percorso o alla mancanza di controlli medico-veterinari preventivi. Il cavallo aveva brillantemente superato le visite del venerdì precedente e niente lasciava presagire quello che è successo. L'associazione “Palio delle contrade di Buti” si farà comunque carico delle indagini necessarie ad accertare ogni eventuale responsabilità, ogni procedura sarà condotta sul corpo dell'animale, già trasferito presso l'accreditata struttura universitaria di Perugia, specializzata in questo genere di cose”.
Eppure sino ad allora l'appuntamento era stato stupendo.
Una giornata baciata dal sole come non se ne ricordava nella metà di gennaio, il vento di tramontana del mattino calato d'intensità intorno alle 14 faceva supporre ai presenti che qulacuno (Sant'Antonio ???) avesse intercesso perchè tutto si svolgesse nel migliore dei modi.
Una prima batteria equilibrata, combattuta ed emozionante, con i tre cavalli giunti sul traguardo allineati tanto da dover ricorrere al fotofinish per stabilire l'ordine di arrivo.
L'aveva spuntata La Croce, in testa tutti i 750 metri del percorso, ma Ascensione (seconda e vincitrice poi della terza e sciagurata batteria di recupero) e San Nicolao (terza) erano riusciti ad impegnare l'alfiere rossonero fino all'ultimo metro, uno spettacolo tale da emozionare anche Umberto Rispoli, fantino di caratura internazionale presente in tribuna d'onore per i forti legami con il mondo dei palii.
La seconda batteria invece aveva rispettato i proinostici della vigilia, con il cavallo di San Francesco, condotto dall'ottimo Angelo Cucinella vincitore a Buti nel 2015 con San Michele, dominatore assoluto e prepotentemente favorito d'obbligo per la vittoria finale. Secondo San Michele, terza ed esclusa dai giochi Pievania.
Intorno alle 16 si è approcciata la mossa della batteria di recupero, apparsa difficoltosa fin da subito tanto da costringere a due richiami ufficiali (San Michele , appunto San Rocco in evidente difficoltà).
Alla partenza dei purosangue Golden Dawn, il cavallo biancorosso, è rimasto attardato fin da subito, mentre Ascensione e San Michele volavano verso il traguardo.
Poi il dramma: dai maxischermi predisposti lungo il percorso si è visto l'arrivo del primo e secondo classificato, solamente sullo sfondo il povero animale di San Rocco che ancora in “trance agonistica” (“ebbene sì, i cavalli sentono la gara forse ancora più di noi” ci ha confessato Umberto Rispoli) proseguiva il galoppo sputando sangue dalla bocca.
Ancora poche falcate e Golden Dawn si è accasciato rovinosamente su un fianco, abbattendo rovinosamente le protezioni laterali provvidenziali per evitare danni ancora maggiori.
Gli spettatori atterriti hanno subito compreso la drammaticità del momento, e l'aria di festa che si respirava a Buti sino a pochi attimi prima si è dissipata come d'incanto.
Nessun commento, nessuna protesta, nessun malumore per l'irrevocabile e doverosa decisione di annullare la gara.
Ieri pomeriggio a Buti, il sole è calato non soltanto dietro il Monte Serra, ma nell'animo di tutti coloro che hanno assistito ad un evento imprevedibile e feroce in tutta la sua drammaticità.
Nelle fot: il cavallo di San Rocco durante le visite del venerdì, il fantino che ha montato Golden Dawn, Lorenzo Caturegli della contrada di Sant'Antonio e la partenza della batteria risultata fatale al cavallo di San Rocco (giubba bianco-rossa)