Persone non categorie: così a San Giuliano si sostengono le fasce più deboli
Il sindaco Sergio Di Maio e il vicesindaco Franco Marchetti, con delega alle politiche sociali, intervengono sull'azione dell'amministrazione a sostegno delle fasce più deboli della popolazione.
“Spesso si commenta per il semplice sentito dire: si ascolta e si legge soltanto quello che ci piace ascoltare e leggere perché rafforza una nostra convinzione, esordisce il sindaco Di Maio, troppo spesso si sente parlare di amministrazione poco attenta ai bisogni delle persone ed in particolare di quelle in condizioni di disagio. E pure basterebbe informarsi in modo spassionato, anche soltanto consultando il sito internet del comune. Questa amministrazione, nei limiti del possibile, ha sempre cercato di venire incontro alle esigenze delle fasce più deboli della popolazione. E lo ha fatto senza alcuna discriminazione”.
“Proprio in questi giorni, ad esempio, sono state pubblicate le graduatorie per il contributo all'affitto: bando a suo tempo ampiamente pubblicizzato e che ha visto il quotidiano impegno degli uffici per la verifica della documentazione portata dalle persone e il sostegno alla presentazione della domanda, spiega il vicesindaco Marchetti. Quest'anno hanno fatto richiesta per il contributo 214 persone, di cui l'81 % italiane e il 19 % comunitarie o extracomunitarie, tutte in regola con la documentazione. Un dato in linea con quello degli scorsi anni. Parlare quindi di impegno soltanto per gli extracomunitari, come qualcuno ha insinuato, è quanto meno strumentale. Il trend attuale vede anzi una progressiva diminuzione delle domande da parte di famiglie straniere: sia per un problema anagrafico (diminuiscono i nuclei familiari non italiani) che per un generale miglioramento delle condizioni economiche di tanti stranieri che vivono nel nostro territorio. Anche il contributo per le spese sostenute per il pagamento delle bollette dell'acqua testimonia come siano gli italiani i principali beneficiari dei rimborsi: su 100 domande pervenute agli uffici, soltanto il 30 % è stata presentata da famiglie straniere. Tra poco verrà pubblicata la graduatoria del bando per le case popolari: anche in questo caso l'andamento sarà simile. Se proprio vogliamo fare un riflessione su questi contributi, non centriamola sul falso problema della preferenza verso gli stranieri ma sul fatto che sono soprattutto i giovani, che spesso riescono a vivere grazie agli aiuti delle famiglie, a cercare gli aiuti assistenziali”.
“Qualcuno ha associato l'indigenza di alcune famiglie del territorio alla presenza dei richiedenti asilo e più in generale degli extracomunitari, prosegue Di Maio, come se la crisi o la povertà in Italia fossero iniziate con l'accentuarsi dei flussi migratori o con gli sbarchi. La crisi e la povertà nascono da un modello sbagliato di ridistribuzione della ricchezza. Mi fa piacere sottolineare che molte delle persone che vengono a chiedere aiuto al Comune non vengono a chiedere un aiuto economico ma un lavoro: a dimostrazione della volontà di reagire alla situazione senza rifugiarsi nell'assistenzialismo”.
Come spiega il vicesindaco, dare risposte non è però semplice: “Il tessuto produttivo del nostro comune si basa essenzialmente su strutture familiari di tipo ricettivo o artigianale, spesso di assoluta eccellenza ma che non creano aumenti occupazionali significativi. La produzione agricola, di tipo intensivo, non ha poi molti opportunità d'impiego. Una risposta a questi problemi non può venire dalle amministrazioni locali: occorrono politiche più vaste”.
“Questo non significa che intendiamo sottrarci alle nostre responsabilità, conclude Di Maio, abbiamo dei valori e cerchiamo di amministrare rispettandoli pienamente, nel rispetto ovviamente delle regole. E lo facciamo senza distinzioni: non esistono cittadini di serie A o di serie B. Esistono i cittadini”