Pisa, approvato il bilancio di previsione 2026 dopo quattro giorni di consiglio comunale

Economia
PISA e Provincia
Giovedì, 18 Dicembre 2025

Via libera al documento finanziario. Il sindaco Conti: "Un bilancio solido per garantire continuità all’azione amministrativa"

Il consiglio comunale di Pisa ha approvato il bilancio di previsione 2026 al termine di quattro giorni di lavori in aula.

Il via libera è arrivato giovedì 18 dicembre, prima della pausa natalizia.

Soddisfazione è stata espressa dal sindaco Michele Conti, che ha parlato di un bilancio solido, strumento fondamentale per l’azione di governo.

Di tutt'altro avviso Una città in comune, che dall'opposizione, dopo il voto contrario, ha sentenziato: "Un bilancio che va contro gli interessi della città e di chi la vive ogni giorno"

 


Ha scritto Michele Conti, sindaco di Pisa.

Il bilancio di previsione 2026 è stato approvato dopo 4 giorni di Consiglio comunale.

Ringrazio tutti i consiglieri per il lavoro svolto e, in particolare, i consiglieri di maggioranza che hanno sostenuto con serietà e competenza una proposta costruita nell’interesse della città.

Aver approvato un bilancio solido prima della pausa natalizia, come da tradizione, ci consentirà di non perdere neanche un giorno del nuovo anno proseguendo con il lavoro programmato per il futuro della città.

Avanti, con responsabilità e visione, per Pisa.

 


Ha scritto Una città in comune.

Dopo quattro giorni di opposizione serrata, oggi abbiamo espresso il nostro voto finale contrario – nel merito e nel metodo – al bilancio presentato dalla giunta Conti. Un bilancio che va contro gli interessi della città e di chi la vive ogni giorno. 
A questa manovra abbiamo contrapposto una vera alternativa: una contro-manovra articolata in 190 atti, con cui abbiamo delineato un’idea diversa e concreta di Pisa, fondata sui diritti, sulla giustizia sociale e ambientale, sulla pace e sulla partecipazione democratica.

Il primo dato, sempre più grave, è il tentativo sistematico della destra di svuotare la democrazia. Il Consiglio comunale viene piegato a una logica tecnocratico-autoritaria, trasformato in un consiglio di amministrazione chiamato solo a ratificare decisioni già prese. Si “mercanteggiano” emendamenti e ordini del giorno in cambio di tempi contingentati, mentre vengono sistematicamente disattesi regolamenti fondamentali: dagli organismi di partecipazione all’osservatorio contro le infiltrazioni criminali, fino alla gestione dell’imposta di soggiorno. 
Questa deriva è parte integrante di un sistema di potere che la destra sta costruendo attraverso le società partecipate e lo smantellamento progressivo dei servizi sociali, sostituiti da politiche di bonus inefficaci.

Ci siamo opposti a un bilancio inattendibile, in cui il piano delle opere pubbliche si regge – per la parte delle entrate comunali – su 20 milioni di euro derivanti dalle alienazioni del patrimonio pubblico. Una cifra irrealistica, una vera e propria bufala che però lancia un messaggio politico chiarissimo: svendita e privatizzazione dei beni comuni. 
Emblematico il tema della casa: la destra rivendica con orgoglio la messa in vendita di quasi 400 alloggi popolari, sostenendo di agire nell’interesse degli inquilini. La realtà è un’altra: ad oggi solo 36 persone hanno manifestato un semplice interessamento. È una svendita che indebolisce uno strumento fondamentale per garantire il diritto all’abitare, mentre le richieste di casa crescono ogni giorno.

La differenza tra noi e la destra è semplice e radicale: noi stiamo dalla parte di chi la città la vive, loro dalla parte di chi la compra.

Questo bilancio aumenta la pressione fiscale senza toccare i grandi patrimoni e la rendita, colpendo invece le fasce popolari e i ceti medi impoveriti. Non esiste alcuna strategia seria di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale. La progressività viene smantellata, mentre i grandi interessi economici continuano a essere protetti.

Di fronte a un’emergenza sociale sempre più evidente, la maggioranza taglia 2,5 milioni di euro alle politiche sociali. Non viene investito un solo euro per l’assunzione di nuovi assistenti sociali, restando sotto i parametri di legge e rinunciando a risorse ministeriali che potrebbero rafforzare i servizi.

La scarsa credibilità della destra emerge anche dalle promesse tradite nei quartieri popolari, come al Villaggio Cento Fiori e in via Merlo. Abbiamo chiesto investimenti per la manutenzione delle case, non nuovi parcheggi. La proposta è stata bocciata: restano invece 2,5 milioni di euro per quattro parcheggi tra cui quello del Vallo del Giardino Scotto e in altre aree verdi, confermando un modello di città fondato su cemento e automobili, anziché su cura, prossimità e sostenibilità.

Scuola e cultura sono tra i grandi assenti di questo bilancio. Abbiamo proposto percorsi partecipativi per il recupero di spazi fondamentali come il Teatro Rossi e il teatro di Calambrone. La destra ha bocciato tutto, così come ha respinto ogni proposta sull’educazione alle differenze e alla pace nelle scuole comunali, in perfetta continuità con le politiche reazionarie del governo Valditara. 
  
Per noi pace e disarmo non sono slogan, ma obiettivi trasversali di ogni politica pubblica. Per questo abbiamo proposto il gemellaggio con Gaza, il riconoscimento dello Stato di Palestina e l’interruzione dei rapporti commerciali con aziende israeliane coinvolte nel complesso militare-industriale. Tutte proposte respinte dalla maggioranza. 

Il bilancio della giunta Conti è una manovra chiaramente sbilanciata a favore dei grandi poteri economici. 
Noi non ci fermiamo. Continuiamo a lottare per una Pisa diversa: più giusta, più solidale, più inclusiva.

Lo abbiamo fatto in Consiglio e continueremo a farlo nel nuovo anno, portando avanti le nostre proposte dentro e fuori le istituzioni. Perché la nostra politica nasce soprattutto fuori dai palazzi, nei quartieri, nei luoghi di lavoro e di vita, accanto a chi oggi non ha voce ma tiene in piedi questa città. 

 

 

 


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redazione.cascinanotizie