Pisa-Camilli, storia di un amore mai sbocciato

Sport
Sabato, 27 Gennaio 2018

di Valentina Mazza/Massimo Corsini

Quella tra Viterbese e Pisa è una partita senza un vero trascorso storico. Le due squadre nei 109 anni di storia neroazzura si sono incontrate appena cinque volte compresa una sfida di Coppa Italia. E proprio in terra Etrusca, domani, tornano ad incontrarsi a quasi vent’anni di distanza. Un tempo troppo lontano per avere dei ricordi, delle sensazioni che riportano alla mente aneddoti o pulsioni.

Poi però con un solo nome, si accende la scintilla che rischiara la memoria, quel nome è Piero Camilli grazie al quale affiorano alla mente le sensazioni, i ricordi, le speranze e le illusioni alle quale solo noi pisani siamo capaci di aggrapparci per rendere reali i nostri sogni.   

Ed oggi, ancora una volta, il nome di Camilli incrocia la strada del Pisa.  La famiglia Camilli è la proprietaria della Viterbese-Castrense, il presidente è Vincenzo Camilli, il vice presidente è Luciano Camilli, figli del presidente onorario Piero Camilli e vero deus ex machina della società. Un rivale temuto, ma non odiato, che tante volte i tifosi si sono trovati a fronteggiare, consapevoli dell’acume calcistico di chi è riuscito a portare un’altra rivale storica del Pisa, il Grosseto in serie B.    

Ed è proprio da presidente dei grifoni biancorossi, che Camilli inizia ad incrociare i destini del Pisa. Nel campionato 2006/2007 le due squadre si ritrovano a battagliare per un obiettivo comune, un obiettivo non da poco, il primo posto che vale la serie B.  

A spuntarla saranno i maremmani, non senza suscitare qualche polemica: talvolta il cammino della squadra di Camilli sembrò fin troppo agevolato, insomma il Grosseto parve come il predestinato di turno. Nelle due partite di campionato, veri e propri big match, i nerazzurri non andarono oltre una sconfitta, contestatissima per episodi non chiari accaduti ai limiti del terreno di giuoco, ed un pari, quattro punti che faranno la differenza nella classifica finale, visto che le due squadre finiranno divise proprio da quello scarto.

La sconfitta è indolore perché il Pisa, in B ci andrà lo stesso passando per i playoff, e regalando ai propri tifosi momenti indimenticabili nella finale contro il Monza. Entrambe le squadre si ritrovano quindi promosse in Serie B. Il duello prosegue nella cadetteria e nonostante le differenze di classifica, il Pisa vola, il Grosseto arranca a metà classifica, Camilli e la sua squadra si confermano un tabù: le due sfide dell’Arena e dello Zecchini si concludono come l’anno precedente, un pari e una sconfitta per i nerazzurri.

Alla fine della stagione il Pisa sfiorerà la serie A, ma l’anno seguente, siamo nel 2008/2009, le cose per i nerazzurri andranno di male in peggio, è la stagione dell’incubo serie C, il club è allo sbando, soprattutto dal punto di vista societario e colleziona con il Grosseto una doppia sconfitta che contribuisce alla retrocessione oltre che alla scomparsa del Pisa dalla cartina geografica del calcio professionistico. A conti fatti, prima del fallimento del Pisa Calcio,  l’ultima vittoria contro Camilli rimarrà quella del 12 marzo 2006 all’Arena Garibaldi.  

Il Pisa riparte da zero e mai avrebbe pensato di incontrare sul suo cammino proprio Camilli e di farne addirittura nascere una storia da batticuore. La storia in realtà, di un amore mai sbocciato di un vorrei ma non posso, di odio e amore, di un addio tormentato sulle cui vere motivazioni sono in pochi a sapere tutta la verità. Dopo la retrocessione, con la costituzione della nuova società si cercano imprenditori disposti ad investire nel calcio a Pisa e sarà proprio il patron del Grosseto a rispondere presente. Insieme a lui la CO.PRA. di Piacenza, già protagonista nel mondo della pallavolo. Camilli si presenta con altri due soci, uno dei quali è Carlo Battini, non molla il Grosseto, ma in città si sogna che possa essere proprio lui, ripercorrendo i successi centrati con il Grosseto a riportare il Pisa ai fasti di un tempo.  

Piero Camilli al timone della formazione maremmana e con un modo personale di gestione della società, diventa un vero e proprio mangia allenatore, 52 allenatori sostituiti dal campionato 2000 a quello del 2015, sfiora la serie A nel campionato 2008/09 perdendo la semifinale playoff, contestatissima dal sanguigno presidente, contro il Livorno

Proprio per il suo modo di intendere e di fare calcio, la stragrande maggioranza dei tifosi Pisani si schiera con lui e lui risponde al loro appello. Il Pisa è suo, anche se è socio di minoranza, presidente verrà nominato Carlo Battini, ma il Pisa e Pisa si identificano con Camilli, è lui a muovere i fili della società, a decidere allenatori e chi arriva e chi parte. Tutto lascia pensare che presto possa disfarsi del Grosseto per concentrarsi sul Pisa. Con il pubblico che può vantare il Pisa, il triplo di quello che garantisce Grosseto, Camilli venderà il Grosseto, questo è il pensiero che circola in città.

Il sogno sembra concretizzarsi, dopo la vittoria del campionato di serie D, Camilli e soci ottengono il ripescaggio in C1, saltando così la C2, ma non sarà così.  

Alla lunga le divergenze con Carlo Battini si faranno sempre più frequenti fino a divenire insanabili. A scatenare la lite fra i due soci è il futuro centro sportivo dei nerazzurri che dovrebbe sorgere nella zona di Gagno. Quel progetto, oltre a non vedere mai la luce, sarà la tomba del binomio Battini-Camilli. Quest’ultimo ha sempre accusato il socio di essere d’accordo con l’imprenditore Bulgarella per escluderlo o peggio ancora in qualche modo imbrogliarlo. La querelle finisce anche per tribunali. Camilli fa un estremo tentativo di prendersi tutto il Pisa, ma mai con grande convinzione anche perché il suo legame con la maremma è troppo forte, laggiù ha anche interessi economici e politici non di poco conto e nonostante provi affetto sincero, quasi viscerale per la piazza di Pisa, non cederà mai il Grosseto. Il tiramolla va avanti per qualche mese, con la tifoseria in ansia per le sorti del club, consapevole che con l’addio di Camilli svaniva un sogno. quello di scalare i campionati per raggiungere le vette che solo il presidentissimo Romeo aveva saputo conquistare e che un personaggio simile a lui, Piero Camilli poteva ridare al popolo pisano.

Alla fine Camilli esce di scena e Battini prende tutto e per i tifosi pisani continuano gli anni delle amarezze. Si dividono così le strade del Pisa e di Camilli mettendo fine ad una relazione che sarebbe potuta davvero essere vero amore. Camilli con il Grosseto andrà avanti fino al fallimento della società maremmana, poi torna alle sue origini: acquista la Viterbese, la fonde con la Castrense e riparte dall’Eccellenza.  

Il resto è attualità: dalla Parigi della Tuscia, Camilli tenta una nuova scalata alla serie B, e torna ad incrociare i propri destini con quelli del Pisa: l’auspicio è che finisca in modo diverso dal 2006/2007 e che questa volta siano i nerazzurri a concludere davanti non solo ad uno dei rivali più tosti mai affrontati negli ultimi 20 anni, ma anche un uomo sinceramente colpito da sempre da una piazza come quella di Pisa che vive e si nutre dell’amore per la propria squadra di calcio.

redazione.cascinanotizie