Pisa fuori dalla SDS. La Cgil accusa il sindaco Michele Conti dopo il l'incontro
Il sindacato: "Ha avuto un atteggiamento oppositivo e provocatorio"
Il tavolo sul futuro della SDS pisana tra sindacato Cgil e Comune di Pisa, non andato affatto bene. Lo dice la Cgil che con un duro comunicato, accusa il sindaco di Pisa Michele Conti di avere avuto un atteggiamento oppositivo e provocatorio.
Un modo di porsi inadeguato, secondo la Cgil, poiché Michele Conti "non ha compreso il contesto e gli interlocutori che aveva di fronte, scambiandoli più volte per l’opposizione politica".
Conferamata da parte del Comune di Pisa, la volontà di uscite dalla Società della Salute, il sindacato annuncia battaglia.
Hanno scritto Cgil Pisa e Spi Cgil Pisa.
Mercoledì 9 aprile c.a. si è tenuto un incontro con il Sindaco di Pisa che come OO.SS. avevamo chiesto da tempo in merito alla volontà di uscire dalla Sds da parte dell’Amministrazione.
Un incontro che valutiamo tardivo rispetto alla volontà, ormai manifesta, di voler uscire dalla Società della Salute e della quale avevamo già chiesto le motivazioni e gli eventuali progetti di riorganizzazione dei servizi territoriali, lo studio dei bisogni e la futura programmazione nell’incontro del 27 novembre 2024, avente a tema il lancio di previsione 2025.
In quell’occasione ci facemmo promotori dell’apertura di un tavolo triangolare di confronto insieme alla Società della Salute, che purtroppo non è mai stato aperto.
La prima valutazione in merito all’incontro odierno riguarda le relazioni sindacali: il Sindaco ha tenuto nei confronti delle OO.SS. presenti al tavolo un atteggiamento oppositivo, inadeguato e provocatorio, che non ha permesso di poter stabilire un incontro sereno e scevro da pregiudizi.
Purtroppo il Sindaco non ha compreso il contesto e gli interlocutori che aveva di fronte, scambiandoli più volte per l’opposizione politica.
Nel merito, il Sindaco ha confermato la volontà di voler uscire dal Consorzio a causa di non ben precisati costi di gestione, a suo dire, fuori controllo, una cattiva gestione ed erogazione dei servizi ed infine forti criticità sul bilancio.
Come Cgil e Spi abbiamo ribadito le nostre preoccupazioni circa la continuità e la tenuta dei servizi, della qualità e dei diritti del lavoro, nonché il timore che i Comuni più piccoli aderenti al Consorzio non siano in grado di gestire in futuro i servizi, minando in questo modo il principio solidaristico alla base della Società della Salute.
Il Consorzio, lo ribadiamo, nasce per ottimizzare le risorse e centralizzare il coordinamento dei servizi e l’integrazione di tutti i Comuni aderenti: ripetere per ogni Comune la stessa pianificazione, a nostro avviso, moltiplica la spesa e mina la possibilità che i Comuni più piccoli riescano ad ottemperare a tale organizzazione.
Per questi motivi siamo molto preoccupati che tale scelta metta a rischio l’erogazione dei servizi sanitari e assistenziali per tutti i cittadini e le cittadine dei Comuni aderenti, in un momento in cui vi è un aumento esponenziale delle fragilità, del disagio (sia giovanile che non), delle povertà e quindi un crescente aumento della domanda dei servizi per far fronte ai bisogni.
Visto che l’Amministrazione sta andando avanti con la volontà di uscire ed ha anche assicurato che i servizi proseguiranno senza soluzione di continuità, e i lavoratori e le lavoratrici non subiranno nessuna ripercussione, come Cgil e Spi chiediamo che vengano presto organizzati dei tavoli di confronto per conoscere il POA e stabilire un lavoro di monitoraggio costante, confronto che è sempre stato garantito fino ad ora, con trasparenza, dalla Società della Salute.