Pisa, il disastro della politica culturale in città

Cultura
PISA e Provincia
Sabato, 28 Novembre 2020

Un lungo e circostanziato documento del "Comitato degli Operatori dello spettacolo dal vivo" di Pisa (raccoglie oltre dieci associazioni pisane) mette in evidenza gli errori e le mancanze di una politica culturale in città dopo dieci mesi di pandemia

La grave situazione del comparto culturale pisano dopo 10 mesi di pandemia.
La crisi pandemica tu’ora in corso, che affligge il nostro Paese e la nostra Cià ormai da quasi 10 mesi, harivelato alcuni pun nevralgici del rapporto tra amministratori e amministra, veri e propri nodi da cui difficilmente si potrà e si dovrà tornare indietro. Il comparto culturale è solo uno dei settori produttivi che chiede di essere ascoltato e coinvolto nell’elaborazione di politiche di emergenza e sostegno in questi mesi difficili.
Crediamo fortemente che il punto zero nella gesone di questa crisi sia il sedersi e il confrontarsi costantemente con i soggetti produttivi in crisi, soggetti che sperimentano sulla propria pelle tutti i giorni le drammatiche conseguenze della crisi sanitaria ed economica. Siamo di fronte ad una situazione mai sperimentata fino ad ora ed emerge con tua evidenza che non esistono facili soluzioni al problema che
possano essere calate dall’alto, senza un confronto serio e costruttivo, capacità di dialogo con i potenziali destinatari di quelle soluzioni e senso di responsabilità.

Ad oggi, pur riconoscendo l’attitudine all’ascolto e le buone intenzioni della Commissione Consiliare Cultura e degli Assessori interessa, registrate durante le audizioni degli operatori culturali, non possiamo che notificare nei fatti ancora il mancato avvio di un iter formale per la costuzione del tavolo istuzionale e di confronto che da mesi chiediamo a questa amministrazione e che la stessa Commissione consiliare Cultura, all’unanimità dei suoi componenti, ha valutato posivamente.

Rispetto alle misure intraprese e rivendicate dall’Assessorato di competenza teniamo solo a sottolineare, che ad oggi il bando per gli affitti a sostegno delle associazioni culturali, annunciato per Giugno, è stato pubblicato solo a Novembre, contestualmente anche il bando ordinario per i contributi alle associazioni culturali, pubblicato qualche giorno fa, presenta numerose criticità che non sembrano fotografare la situazione emergenziale che samo vivendo. Abbiamo chiesto a gran voce questo bando nelle occasioni di confronto con l’Amministrazione Comunale ma forse ci saremmo aspea altre tempische o quantomeno altri criteri alla luce della situazione attuale.

Appare subito agli occhi che la premialità di 25 p. assegnata automacamente ai sogge aderen al progeo Pisa Capitale della Cultura risulta fortemente discriminante per tutti quei soggetti, che per qualsiasi ragione, non abbiano sottoscritto l’adesione al progetto Pisa Capitale della Cultura, il cui esito qualche giorno fa ha escluso -tra l’altro- Pisa dalle 10 cià finaliste. Inoltre la premialità di soli 5 p. sulla quantà e la qualità degli eventi, già presente nel bando dello scorso anno, sembra svilire l’operato di tanti che si impegnano da anni in una programmazione continuativa e spesso di rilevanza nazionale.

Ancora risulta stridente un bando che premia le avità “ordinarie” in un anno “straordinario” in cui è risultato difficile, se non impossibile, realizzare e programmare avttività culturali ordinarie; anche laddove si voglia premiare l’impegno e l’ingegnosità dei soggetti culturali sarebbe stato forse opportuno prevedere un’estensione temporale del periodo di realizzazione delle stesse avttività almeno fino a Marzo /Aprile 2021, se compabile con i vincoli contabili imposti agli En Locali.

Ci sono poi alcune problemache che aanagliano da sempre questo po di bando e che in un’ottica
pienamente costruva vogliamo soolineare:
- Le tempische di uscita del bando, quasi sempre tra novembre e dicembre, non permettono di programmare e sviluppare progettualità coerenti e di ampio respiro, per questo chiediamo che dal prossimo anno sia possibile la pubblicazione di bandi e finanziamen entro e non oltre il primo trimestre dell’anno.
- Un bando unico per tue le attività ordinarie culturali sembra non fotografare la molteplicità di soggetti e di progetti messi in atto dalle varie realtà culturali, riteniamo sia importante differenziare non solo le tempische ma anche le modalità di finanziamento e i destinatari delle azioni, affiancando ai bandi ordinari bandi mirati per azioni, che incentivino la costruzione di progetti di ampio respiro e di partenariato strategici, guardando al modello di bandi europei.
- Un bando di questo tipo sembra penalizzare le realtà professionali, che danno lavoro ai propri dipendenti per questo riteniamo che possano essere ammesse tra le spese ammissibili e rendicontabili anche i pagamenti /giornate lavorative dei dipendenti, nonché le contribuzioni INPS dei medesimi dipendenti.
Infine leggiamo contestualmente che anche l’operazione estiva a sostegno degli artisti, escludendo il coinvolgimento diretto degli operatori culturali, “Fuori teatro” del Giardino Scotto, sta rivelando alcune cricità e che gli stessi artisti coinvolti, a cui va tutta la nostra solidarietà, lamentano pubblicamente di non aver ancora ricevuto i compensi pattuiti per un ennesimo rimbalzo di competenze tra Amm.ne e Fondazione Teatro Verdi.

Al netto di tutto questo ci chiediamo pertanto quale strategia di gestione si voglia intraprendere per i prossimi mesi al fine di evitare lo smantellamento dell’intero settore culturale cittadino e dell’indotto ad esso collegato.
I mesi che abbiamo di fronte saranno mesi durissimi per il nostro settore, mesi che metteranno in dubbio la sua stessa sopravvivenza.

Sarebbe troppo facile, a questo punto, dire che l’avevamo detto che serviva programmazione, capacità di leggere i mesi a venire, attenzione e strategia, sarebbe troppo facile e servirebbe anche a poco. Quello che serve adesso e che chiediamo è costruire una strategia per i prossimi mesi, costruire un piano coerente di gestione della crisi del settore culturale cittadino, che tenga conto dei reali bisogni, delle complessità e delle potenzialità del settore.
Incapacità di dialogo e mancanza di visione strategica non possono e non devono essere giustificazioni di un disastro che si può ancora evitare.
Comitato degli operatori dello spettacolo dal vivo Pisa- COSV

luca.doni