Possenti dell'ANPI: "Le strade si intitolano a chi merita gratitudine come i partigiani cascinesi"

Politica
Cascina
Venerdì, 26 Giugno 2020

Bruno Possenti, presidente provinciale dell'ANPI scrive una lettera al Consiglio Comunale di Cascina criticando la scelta di intitolare una strada a Bettino Craxi, dimenticandosi dei tanti partigiani di cui Cascina può andare orgogliosa: Enrico Del Guasta, Celso Battaglia, Lando Neri

La decisione di intitolare una strada o una piazza a Bettino Craxi è scaturita da un ordine del giorno presentato dalla consigliera del Gruppo Misto, Paola Viegi ed è stato approvato con i voti della maggioranza (Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia) dal PSI-PSE Progetto Cascina con l'astensione del PD e l'uscita dall'aula del M5S

LETTERA APERTA AL CONSIGLIO COMUNALE DI CASCINA
Alla Presidente del Consiglio comunale di Cascina
(con preghiera di trasmissione ai Consiglieri) 
e p.c. Al Sindaco di Cascina 
Apprendo dalla stampa locale che il Consiglio comunale ha dato mandato alla Giunta di individuare una piazza o una strada da dedicare alla memoria di Bettino Craxi.
Le strade, le piazze, le scuole si intitolano a chi merita la gratitudine dei posteri per l'eredità che lascia. A chi può essere indicato come esempio alle generazioni future.
Nel corso del tempo la comunità di Cascina ha espresso figure luminose. Figure di cui può andare orgogliosa. 
Enrico Del Guasta. Dopo l'8 settembre fu protagonista della Lotta di Liberazione al comando di un distaccamento della Brigata Garibaldi che operava nelle Marche.
Dopo la Liberazione, come molti italiani, fu costretto ad emigrare in Belgio. A seguito del patto uomini-carbone, per anni lavorò nella miniera “Bois du Cazier”, vicino a Marcinelle. Perse la vita nella tragedia dell'8 agosto 1956. Il corpo fu recuperato dopo un mese e mezzo. Nel 2005, il Presidente della Repubblica gli conferì la medaglia d'oro al merito civile.
Lando Neri. Dopo l'8 settembre scelse la lotta partigiana. Partecipò alla Liberazione di Torino. Nel dopoguerra, per oltre quarant'anni, lavorò alle dipendenze del Comune di Cascina. Da tutti fu apprezzato per competenza e rettitudine. Per decenni fu promotore e dirigente del movimento cooperativo.
Celso Battaglia. Superstite dell'eccidio nazifascista di Vinca, fu costretto ad emigrare in Francia in cerca di lavoro. Nel 1976 dovette rientrare in Italia per motivi di salute. Dedicò il resto dell'esistenza a far conoscere la tragedia di cui era stato testimone. Raccontò l'eccidio nel libro Vinca – la sua storia e il suo martirio.
Cari Consiglieri, vi invito a riflettere.
Cordiali saluti.
Il Presidente provinciale ANPI Pisa
Bruno Possenti 

 

luca.doni