Primo Piano, speciale "Crisi del Teatro Verdi di Pisa" con Samuele Falossi (Cgil) ** RIVEDI LA PUNTATA **
Torna Primo Piano, l'approfondimento giornaliero a cura della testata giornalistica Punto Radio su politica, cronaca, lavoro e spettacolo.
Giovedì 18 settembre Punto Radio dedica uno speciale Primo Piano alla cultura e al difficile periodo attraversato dal Teatro Verdi di Pisa.
Ospite degli studi di via Lungo le Mura 155 a Cascina, al telefono, Samuele Falossi, SLC (Sindacato Lavoratori della Comuncazione) Cgil Pisa.
Con lui cercheremo di approfondire le tematiche legate al periodo di mobilitazione indetto dal sindacato, a difesa dei lavoratori di una delle Istituzioni più importanti della città.
Con la conduzione della redazione di Punto Radio, dalle 9, sulle frequenze di Punto Radio (91.1 - 91.6 FM, in DAB, in streaming su puntoradio.fm e cascinanotizie.it, sulla App di Punto Radio, o in live facebook sulle nostre piattaforme sociali), segui la puntata e scrivi a << Punto Radio WhatsApp 050710071 >>
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Aveva scritto la Cgil di Pisa.
TEATRO VERDI: LA CULTURA NON SI TAGLIA, SI DIFENDE
Il Teatro Verdi di Pisa sta vivendo una fase critica.
Taglio ai posti di lavoro: negli ultimi mesi abbiamo assistito a scelte che mettono a rischio posti di lavoro, qualità e servizi essenziali al pubblico. Decisioni prese senza confronto, che trattano lavoratrici e lavoratori come numeri e non come persone, e che riducono un teatro a un mero bilancio economico.
Noi diciamo chiaramente: questa strada porta solo al declino.
Il Teatro Verdi non è un’azienda qualsiasi. È un patrimonio culturale, sociale ed educativo della città, costruito grazie alla professionalità, alla passione e ai sacrifici di chi vi lavora. Tagliare personale significa tagliare servizi, ridurre sicurezza, limitare creatività, impoverire la città.
La nuova dirigenza ha scelto la via più semplice e più dannosa: ridurre il costo del lavoro, senza affrontare le vere cause delle difficoltà, senza trasparenza sui bilanci e senza un progetto culturale per il futuro. Al contrario, si continuano a mantenere consulenze e collaborazioni esterne, mentre chi da anni sostiene con impegno il teatro viene messo in discussione o lasciato precario.
Dopo l’incontro con il Direttore Generale, l’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici dice basta: gli impegni presi vanno rispettati, i posti di lavoro vanno difesi, la dignità delle persone non è negoziabile.
Per questo, nei prossimi giorni avvieremo un percorso di mobilitazione e di sensibilizzazione della città anche con scioperi: perché il Teatro Verdi non appartiene solo a chi lo governa, ma a tutta la comunità che lo sostiene e lo vive. Difendere i posti di lavoro significa difendere il futuro stesso del teatro.
La cultura non si taglia. Si difende, insieme!!
Per illustrare la situazione in tutti i suoi aspetti, convochiamo una
Ha scritto l'assessora regionale e candidata Alessandra Nardini.
È la prima volta che all'inaugurazione della stagione lirica le lavoratrici e i lavoratori del Teatro Verdi scioperano.
Le loro ragioni meritano attenzione. Denunciano il ricorso ingiustificato alle consulenze esterne, la lottizzazione degli incarichi, la sovrapposizione con le competenze già presenti in teatro, con un conseguente svilimento delle professionalità che esso vanta.
Inoltre, i sindacati hanno denunciato una situazione del teatro ben più critica di quella raccontata dai vertici, che sta compromettendo il percorso di stabilizzazioni concordato.
Da una parte si pagano consulenze esterne, dall'altra non si stabilizzano le lavoratrici e i lavoratori che da anni mandano avanti il teatro e non si sostituisce il personale che va in pensione. Qualcosa non va, è evidente, e i vertici del teatro e l'amministrazione pisana devono renderne conto, impegnandosi a tutelare un bene prezioso come il Verdi, nonché i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Hanno scritto i due gruppi consiliari La città delle persone e Diritti in comune.
"Esprimiamo la nostra solidarietà e il nostro totale sostegno alla mobilitazione lanciata dai lavoratori e alle lavoratrici del Teatro Verdi per la gravissima situazione riguardante la tutela dei diritti, dei livelli occupazionali, e il clima che i vertici della Fondazione hanno creato con tutto ciò che questo comporta quindi del futuro dello stesso teatro della nostra città.
Una situazione che si è determinata sotto la nuova Presidenza Fiorini e in particolare con il nuovo Direttore Generale Ferrari ma di cui è pienamente responsabile anche il sindaco Conti e che ha portato lavoratori e lavoratrici ad una decisione unica nella storia del Teatro Verdi: indire uno sciopero il giorno dell'apertura della stagione lirica il prossimo 19 settembre. Una scelta difficile che noi condividiamo pienamente e che ci auguriamo che tutta la città sappia cogliere e sostenere.
Già negli scorsi mesi abbiamo denunciato il proliferare di consulenze esterne create ad hoc secondo la peggiore lottizzazione come denunciamo da mesi e che, invece, nel corso dell'audizione svoltasi a luglio in seconda commissione di controllo e garanzia sia il Presidente Fiorini sia il Direttore Generale Ferrari hanno rivendicato, delegittimando platealmente anche le professionalità interne del Teatro, svilendo le competenze del personale e alimentando sovrapposizioni di ruoli e incarichi. A questo si aggiunge la rivendicazione anche della utilità di consulenze a titolo gratuito, come quella al dottor Lombardini. Riteniamo che sia un ossimoro inaccettabile parlare di lavoro gratuito, e riteniamo che questa strada sia inadeguata e vada subito fermata.
Nelle ultime settimane è poi emerso, grazie alle denunce dei sindacati e dei rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici venuti in commissione lo scorso venerdì su nostra richiesta, un quadro preoccupante e completamente diverso da quello che i vertici del Teatro hanno provato demagogicamente a presentare nei mesi scorsi sul fronte lavorativo e gestionale.
Non è ammissibile lo stop improvviso a due stabilizzazioni che erano state annunciate con certezza in assemblea, salvo poi essere ritirate all’ultimo momento, oltre a problemi sul turnover. Un fatto grave che mina la fiducia, dopo anni di lavoro e sacrificio dentro il nostro Teatro e un percorso concordato, dopo una dura lotta, con i sindacati per il completamento delle stabilizzazioni.
Non è possibile che da un lato si continuino a dare consulenze, mentre dall’altro si neghino diritti e tutele a chi garantisce ogni giorno la vita stessa del Teatro. La cultura non si difende riducendo il personale o precarizzando chi lavora: si difende valorizzando le professionalità, rispettando gli impegni presi e assicurando condizioni di lavoro dignitose
A questo si aggiungono altre scelte che rientrano nella stessa logica: dalla riduzione del personale di sala alle mancate sostituzioni del personale che va in pensione, per arrivare a pesanti rapporti con i dipendenti.
Il Teatro Verdi è un bene comune e non può essere gestito con logiche aziendalistiche che scaricano i problemi sui lavoratori e le lavoratrici e tagliano sul costo del lavoro.
Siamo e saremo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori in tutte le forme di mobilitazione che sono in atto, perché difendere i loro diritti significa difendere il futuro del Teatro stesso e della cultura a Pisa.
Per questo abbiamo chiesto con urgenza che i vertici del Teatro vengano a riferire in Commissione, facendo chiarezza e assumendosi le proprie responsabilità di fronte alla città".
Riporta la nota di Luigi Sofia, consigliere comunale di Sinistra Unita per Pisa.
TEATRO VERDI: LA CULTURA NON SI TAGLIA, SI DIFENDE. PIENO SOSTEGNO ALLE LAVORATRICI E AI LAVORATORI
Il Teatro Verdi di Pisa è un patrimonio della città e dell’intera Toscana. Non è un’azienda qualsiasi: è un luogo di cultura, di educazione, di socialità e di lavoro costruito grazie alla professionalità, alla passione e ai sacrifici delle lavoratrici e dei lavoratori che ogni giorno ne garantiscono il funzionamento.
Per questo riteniamo inaccettabili le scelte della dirigenza che scaricano le difficoltà unicamente sul costo del lavoro, mettendo a rischio posti e diritti, riducendo la qualità dei servizi e impoverendo la città. Tagliare il personale significa tagliare la cultura, la sicurezza, la creatività. Significa trasformare un bene comune in un mero bilancio da far quadrare.
Come Sinistra Unita per Pisa e come Alleanza Verdi e Sinistra ribadiamo che la dignità delle persone non si tocca e che gli impegni assunti con chi lavora devono essere rispettati. Difendere i posti di lavoro significa difendere la funzione stessa del Teatro Verdi, la sua missione culturale e sociale, il suo ruolo educativo per le nuove generazioni e la sua capacità di arricchire l’intera comunità.
Siamo al fianco delle lavoratrici, dei lavoratori e della CGIL in questa battaglia: la cultura non si taglia, la cultura si difende, insieme.