Quartiere della Stazione di Pisa. Fare di più, fare meglio, per il bene di tutti

La Zona Rossa non basta, i residenti: "Attendiamo scelte politiche importanti"

Il Comitato Le Stazioni di Pisa torna sull'istituzione della Zona Rossa nel quartiere della Stazione. Un provvedimanto che i cittadini vorrebbero esteso oltre i confini fisici e temporali delineati in prima battuta.

Per i residenti in quella parte di città, che sappiamo conta il passaggio di circa 20 milioni di persone all'anno, non è semplice parcheggiare, non è semplice trovare qualche negozio di vicinato, non è semplice, in fin dei conti, vivere.

Ha scritto il Comitato Le Stazioni di Pisa.

L’istituzione della “zona rossa” per le strade contigue alla stazione ferroviaria “Pisa centrale” non costituisce la soluzione dei problemi che affliggono il quartiere, nondimeno costituisce certamente un passo in avanti in direzione del ripristino delle condizioni di vivibilità che gli sono state consuete sino a qualche tempo fa. Per parte nostra, riteniamo, anzi, che sarebbe opportuno e proficuo ampliarne il raggio di azione, interessandone anche le altre strade; come pure siamo convinti che tale provvedimento dovrebbe diventare ordinario ed efficiente per tutto l’anno, come già accade per altri luoghi sensibili della città in cui gravitano quotidianamente numerosissime persone — si pensi a Piazza dei miracoli.

La zona della stazione — come abbiamo più volte sottolineato — attende scelte politiche importanti. Occorrerebbe anzitutto ripensare la sosta delle auto, attualmente complicata, nonostante il pagamento dell’abbonamento annuale; prevedere incentivi per una residenzialità stanziale; impegnarsi fattivamente per il ripristino di una rete commerciale di vendita al dettaglio che a oggi risulta quasi completamente disarticolata. Si tratta di interventi intorno a cui al momento non si registrano miglioramenti. Resta, però, che se anche — come auspicato — ci si muovesse in tale direzione, la presenza di un presidio costante ed efficiente da parte delle forze dell’ordine di una zona come questa, su cui si conta il passaggio di circa venti milioni di persone l’anno, ci pare assolutamente indispensabile e irrinunciabile.