Reddito di cittadinanza regionale, Forza Italia contesta i costi: “Misura insostenibile”
Secondo i candidati consiglieri Salvadori e Sbragia la proposta Pd–M5S richiederebbe 3,4 miliardi in cinque anni, ben oltre i 13 milioni stimati dal Movimento
Il progetto di un reddito di cittadinanza regionale, inserito nell’accordo elettorale tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle in vista delle prossime elezioni in Toscana, è al centro delle critiche di Forza Italia.
I candidati consiglieri regionali Roberta Salvadori e Roberto Sbragia hanno definito la misura “eccessivamente onerosa e con rischi di assistenzialismo”, stimando un costo complessivo di circa 3,4 miliardi di euro in cinque anni, pari a 680 milioni l’anno.
Un impegno finanziario che, secondo gli esponenti azzurri, contrasta con i 13 milioni indicati dal Movimento 5 Stelle e che pone interrogativi sulla sostenibilità economica della proposta.
Hanno scritto Roberta Salvadori e Roberto Sbragia.
"Il reddito di cittadinanza regionale, uno dei punti focali dell'accordo elettorale tra Pd e Movimento 5Stelle, costerà circa 3,4 miliardi di euro in cinque anni, nello specifico circa 680 milioni di euro all'anno, e non 13 milioni di euro come sostiene il Movimento 5Stelle che chiede di destinare a questa misura lo 0,1% del bilancio della Regione Toscana, che ammonta a circa 13 miliardi di euro; che dire i numeri non tornano. Noi di Forza Italia – sostengono Roberta Salavadori e Roberto Sbragia – pur nella necessità di aiutare chi ha necessità, siamo preoccupati per questa misura dispendiosa e che rischia di trasformarsi in assistenzialismo". Vorremmo ricordare in questa sede che nel 2022 i percettori del reddito di cittadinanza nazionale, in Toscana, erano circa 71.100 cittadini e, calcolando una media di 800 euro mensili a persona, per 12 mensilità, per cinque anni, se dovesse vincere il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, andrebbero reperiti circa 3 miliardi e mezzo di euro, ma il PD e il Movimento 5Stelle dovrebbero spiegare meglio questo punto. Probabilmente tale accordo - tra Pd e Movimento 5Stelle - nasce da dinamiche nazionali, ma vorremmo ricordare che durante la legislatura regionale attuale il Movimento 5Stelle non aveva affrontato la questione. Il Comprensorio del Cuoio, che include Comuni come Santa Croce sull’Arno, San Miniato, Montopoli in Val d’Arno e Castelfranco di Sotto, rappresenta uno dei distretti industriali più vitali d’Italia. Con oltre 900 imprese medio-piccole e circa 10.000 addetti nel settore conciario, questa terra produce il 98% del cuoio da suola nazionale e il 35% delle pelli italiane. “È un ecosistema economico fondato sul lavoro, sull’artigianalità e sull’innovazione – prosegue Salvadori - dove ogni fase della produzione, dalla concia vegetale alle calzature, è frutto di competenze tramandate e perfezionate nel tempo che ha bisogno di nuove risorse e di essere messo nelle condizioni di operare al meglio”. Introdurre misure assistenzialiste senza copertura finanziaria in un territorio come questo significa ignorarne la vocazione, mortificarne il potenziale e rischiare di disincentivare l’iniziativa imprenditoriale e le nuove assunzioni. Il Comprensorio del Cuoio non è una terra da sostenere con sussidi: è una terra da valorizzare con investimenti, infrastrutture e politiche industriali. È tempo di rottamare le “ricette politiche” del passato e costruire un futuro fondato sul lavoro e sull’impresa. La vera inclusione si realizza con politiche che generano valore, lavoro e dignità. “Il Comprensorio del Cuoio lo dimostra ogni giorno: è tempo che la politica lo riconosca e lo accompagni, non lo ostacoli oltretutto con l'introduzione del pedaggio sulla Superstrada dalle prevedibili conseguenze - conclude Sbragia. La Toscana merita opportunità e i territori con i loro tessuti produttivi, devono tornare protagonisti”.