Roberto Checcucci: ucciso barbaramente dal vicino di casa

Cronaca
PISA e Provincia
Martedì, 24 Novembre 2020

All'origine del delitto "brutale" alcuni litigi condominiali

Premeditato, efferato e allungatosi nel tempo e nello spazio. Il presunto omicida di Roberto Checcucci ha un nome: Luigi Cascino, classe 1967, originario di Canicattì in provincia di Agrigento, marito e padre di due figli, residente a Fucecchio da moltissimi anni (nello stesso palazzo della vittima), operaio nel settore della raccolta dei rifiuti, mosso da futili motivi ricollegabili a delle beghe condominiali.

Ad incastrare il presunto omicida di Checchucci, le indagini iniziate nelle ore seguenti al delitto avvenuto lo scorso 27 settembre a Castelfranco di Sotto, lungo l'argine dell'Arno, in una zona appartata, ma allo stesso tempo molto frequentata. Soprattutto da persone a passeggio o alla ricerca di un posto dove praticare attività fisica, quella, che come ogni giorno, praticava anche la vittima, Roberto Checcucci, ucciso nel tragitto che lo avrebbe riportato a casa.

Tanti gli elementi raccolti a carico del presunto omicida dalla Procura di Pisa e dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Pisa dei Carabinieri, coadiuvati anche dalla Compagnia di San Miniato e coordinati dal Gip Donato D'Auria.

LE INDAGINI

Rese difficoltose dall'emergenza Covid e quindi dall'impossibilità di convocare liberamente le persone, le indagini - come raccontato dal Procuratore della Repubblica di Pisa, Alessandro Crini - erano partite fin da subito dalla brutalità dell'omicido, dal luogo del ritrovamento del cadavere di Roberto Checcucci e dal canneto in cui erano state ritrovate le prime tracce ematiche. L'impressione, chiara, era che il tutto fosse iniziato proprio da quel canneto per poi terminare a circa 190 metri di distanza, dove era poi stato ritrovato il corpo della vittima. Una persona in ottime condizioni fisiche e atletiche, che senza ombra di dubbio aveva tentato di reagire e sottrarsi alla violenza del suo aguzzino. "Ciò nonostante - dirà il Procuratore Crini - Checcucci è comunque stato seguito e finito dall'aggressore a poca distanza dall'unica abitazione della zona".

LA PRIMA TRACCIA

Un omicidio brutale, come confermato dal numero di coltellate inferte alla vittima, 10, colpita a morte anche da altro elemento (la parte finale di un mazzuolo ndr). Checcucci si era difeso e nel difendersi aveva anche sottratto al suo aggressore una prima e importante traccia, ritrovata dagli inquirenti sotto le unghie (in particolare sotto una delle unghie) della vittima. Dal ritrovamento gli inquirenti erano risaliti a del Dna misto, poi riscontrato anche in una mascherina chirurgina rinvenuta nei pressi del canneto e riconducibile ad un uomo, il primo sospettato. Da quel dato le indagini ssi erano indirizzate proprio nel cercare di dare un nome a quella persona.

LE INDAGINI SI ALLARGANO

A questo punto le indagini si allargano ai vicini di casa dell'uomo ucciso e a tutti i frequentatori dell'argine lungo l'Arno, e tra le persone ascoltate finisce anche il fratello di Roberto Checcucci, Gilberto, che in fase d'interrogatorio si autodefinirà il "più fumino" dei due fratelli. Gli inquirenti, così, vengono a conoscenza dei litigi tra la famiglia Checcucci, proprietaria di diversi appartamenti affittati a cittadini stranieri, e un altro nucleo familiare, quello di Luigi Cascino, vicino di casa della vittima. Tutti scatenati da futili motivi, compresi quelli di gestione degli spazi comuni del condominio. Culminati, un anno mezzo prima, con il tentativo d'investimento da parte di Cascino, del fratello di Roberto Checcucci. Nel frattempo gli inquirenti riescono ad isolare chiaramente il Dna ritrovato sotto le unghie della vittima e proseguono nell'opera di controllo capillare delle tante telecamere posizionate nei pressi del luogo dell'omicidio.

LE TELECAMERE E LO "SCAMICIATO"

Proprio dalla visione delle telecamere sequestrate e a disposizione delle autorità, arriva una risposta importante. "Tra tutte le persone frequentatrici dell'argine quella mattina - racconta il Procuratore Crini - ce n'era una, lo "scamiciato", quella più a ridosso a Roberto Checcucci, che nessuno degli altri conosceva". Gli inquirenti controllano in particolare una telecamera puntata su una salita di accesso al'argine nel comune di Santa Croce e proprio da lì, passa lo "scamiciato", apparso sospetto e in possesso di qualcosa, portata con difficoltà in tasca. Il sospetto sale la rampa appena un minuto dopo il passaggio di Roberto Checcucci. Dopo circa un'ora, poi, sempre lo stesso uomo, ripassa dal solito posto per andare via, ma questa volta passa con fare claudicante, con i pantaloni sporchi e con un braccio nascosto sotto la giacca. L'uomo inquadrato dalle telecamere è Luigi Cascino, il vicino di casa di Roberto Checcucci.

LA TAZZA DI CAFFE' E L'ETILOMETRO

Anche Luigi Cascino, come gli altri vicini di casa della vittima, nei giorni successivi all'omicidio era stato ascoltato dai Carabinieri. E proprio durante la sua permanenza insieme alla moglie in caserma, in attesa di essere sentito, viene notato dai Carabinieri in atteggiamento sospetto. Nel bere un caffè,Cascino fa molta attenzione a non lasciare tracce sulla tazza di carta. Sullo stesso bicchiere, ceduto alla moglie, però, gli inquirenti trovano proprio il profilo genetico della donna, che unito a quello del figlio maschio di Luigi Cascino (prelevato dagli inquirenti con la simulazione di un normale controllo stradale e l'etilometro ndr), permettono il riscontro genetico (al 99,99% ndr) del presunto omicida di Roberto Checcucci.

L'ARRESTO DI CASCINO

La scorsa notte Luigi Cascino è stato arrestato e sul posto di lavoro dell'uomo, nel suo armadietto, gli inquirenti hanno rinvenuto l'abbigliamento usato il giorno dell'omicidio, un coltello e la parte finale di un mazzuolo, probabilmente usato nelle fasi dell'omicio.

 

redazione.cascinanotizie