San Giovanni alla Vena, le Cateratte Ximeniane verso il restauro completo
Intervento da oltre 800 mila euro sotto la guida del Ministero della Cultura: entro fine anno l’inaugurazione, con spazi museali e valorizzazione architettonica
Procedono con attenzione e rigore i lavori di recupero delle storiche Cateratte Ximeniane di San Giovanni alla Vena, nel comune di Vicopisano.
Il cantiere, finanziato dal Ministero della Cultura con un contributo di 805.000 euro e ulteriori risorse, è in corso sotto la supervisione della Soprintendenza di Pisa e Livorno e guidato dall’architetto Domenico Zaccaria.
Tra consolidamenti strutturali, tecniche antiche come la muratura a secco e il futuro allestimento di due musei, il restauro mira a restituire piena dignità a uno degli edifici simbolo del territorio. L’inaugurazione è prevista entro la fine dell’anno.
Ha scritto il Comune di Vicopisano.
Procedono con grande attenzione e competenza i lavori di recupero delle Cateratte Ximeniane, in via dei Due Ponti a San Giovanni alla Vena, nel Comune di Vicopisano.
Un intervento importante, avviato grazie a un finanziamento di 805.000 euro, e altre risorse aggiuntive, assegnato nel 2022 dal Ministero della Cultura, sotto la supervisione della Soprintendenza di Pisa e Livorno. Il direttore dei lavori e responsabile unico del procedimento è l’architetto Domenico Zaccaria.
Come spiega l’architetto Loris Stefanini, incaricato del supporto alla direzione dei lavori, gli interventi realizzati finora sono numerosi e delicati.
"Abbiamo eseguito un miglioramento sismico della copertura, sostituendo le piccole orditure lignee con travi più robuste. Inoltre – prosegue Stefanini – abbiamo effettuato una cordolatura perimetrale sulla parte terminale della facciata, utilizzando la tecnica della muratura a secco.Si tratta di una tecnica antica e affascinante, usata da secoli. Consiste nel costruire muri o strutture senza utilizzare leganti come cemento, calce o malta. Nel recupero di un edificio storico come questo si usa per rispettare l'architettura originale e per garantire l'armonia con i materiali tradizionali. Uno degli interventi più impegnativi ha riguardato la disinfestazione della facciata _ continua _ trattata con un prodotto biocida per eliminare i microrganismi, come i licheni, che indeboliscono gli intonaci."
L’intenzione è quella di preservare la coloritura originaria, che sarà ripristinata dopo appositi saggi. "Abbiamo inoltre rimosso tutti gli elementi metallici, come staffe e sostegni – aggiunge l'architetto Stefanini – nel pieno rispetto dell’autenticità architettonica."
Anche gli spazi interni hanno richiesto, e richiedono tuttora, un grande impegno."Abbiamo cominciato con un’opera di bonifica totale, perché all’interno si trovavano decine di metri quadri di guano di piccione – racconta l’architetto – e sarebbe stato impossibile proseguire in quelle condizioni». Attualmente è in corso il consolidamento del primo piano, sempre con intonaco armato, per rafforzare la struttura.
“Si tratta di un recupero davvero significativo – sottolinea – e l’impresa esecutrice, la Overall Group Construction, sta svolgendo un lavoro eccellente”.
“Nella fase conclusiva si procederà alla pulizia e al restauro dei macchinari storici presenti _ affermano il Sindaco Matteo Ferrucci e la Vicesindaca Fabiola Franchi _ mentre gli spazi interni ospiteranno due nuovi ambienti museali: al piano terra, un museo dedicato all’acqua e al primo piano, un museo della ceramica, omaggio al distretto storico di San Giovanni alla Vena. Sono inoltre previsti: un’illuminazione adeguata, l’installazione di un ascensore per garantire l’accessibilità e il restauro del bel soffitto in legno con travi a vista nell’ex appartamento del ‘caterattaio’”.
Un passaggio fondamentale è stata la rimozione dell’amianto, che ha comportato l’intervento di ditte specializzate e qualche ritardo inevitabile. "Nonostante tutto – sottolinea Stefanini – siamo nei tempi previsti, la procrastinazione dei giorni sarà minima e il risultato, confidiamo, all’altezza delle aspettative".
In fase di inizio, adesso, il rimontaggio delle pianelle del tetto: quelle originali sono state in parte recuperate, mentre le restanti saranno sostituite con elementi artigianali, fatti a mano.
"Sopra – aggiunge l’architetto Stefanini– verrà steso un sottile strato di calcestruzzo impermeabilizzante, circa due centimetri, che garantirà la protezione e l'impermeabilizzazione senza alterare l’aspetto: il tetto resterà infatti completamente a vista, come in origine".
Sulla facciata è stata installata anche una linea vita, costituita da cavi e agganci metallici, per consentire interventi futuri rapidi e in sicurezza, senza l’uso di ponteggi o impalcature.
"Ultima cosa, ma non meno importante _ concludono Ferrucci e Franchi _ è il restauro dello stemma presente sull’edificio, che sarà valorizzato come merita. Un ringraziamento particolare, unendoci all’architetto Stefanini, all’architetto Zaccaria, alla Soprintendenza e alla ditta, va e alla signora Elena Batoni, proprietaria confinante, per la sua disponibilità. E un grazie lo rivolgiamo ai residenti della zona – aggiungono – perché fin da subito si è instaurato un bel rapporto umano tra la ditta e chi vive accanto a questo edificio così amato".
"Tutti hanno percepito l’affetto profondo che la comunità nutre per questo luogo – concludono Sindaco e Vicesindaca – vista la sua storia e unicità. Abbiamo apprezzato davvero molto, e siamo grati, il fatto che per la ditta e per tutti i professionisti coinvolti questo non sia solo un lavoro, ma un qualcosa di speciale che li riempie di giusto orgoglio per ciò che stanno facendo. Entro fine anno potremo inaugurare insieme l’opera, apprezzarla fino in fondo e ringraziarli ancora.”