Serie B, cronaca di un disastro annunciato

Sport
PISA e Provincia
Venerdì, 7 Luglio 2023

Ancora una volta i vertici del calcio nazionale umiliano i tifosi regalando loro un calendario con la X

Ci risiamo, nonostante ogni anno si faccia abbondante uso di proclami al grido di “mai più”, “vigileremo”, “è l’ultimo anno di incertezza” anche stavolta il calendario di serie B sarà pubblicato con una bella X, una incognita che sta a certificare l’ennesimo fallimento dei vertici del calcio nazionale. La serie B i loro presidenti, la stragrande maggioranza dei quali onora gli impegni e si muove con spirito imprenditoriale, non merita questa ulteriore umiliazione. Reggina, Lecco, Brescia e Perugia, questi gli attori in campo, ma non è una questione di nomi, potevano essere altre quattro società sparse in qualsiasi altro angolo del “belpaese”. È questione di metodo, ed il metodo da anni è profondamente sbagliato, con il sistema mai riformato nonostante le promesse e così stagione dopo stagione la credibilità del pallone italico scivola sempre più in basso con la spia della riversa ormai accesa da anni.

Il peccato originale che innesca il domino che porta all’attuale disastro si verifica già nella stessa stagione quando più di un presidente, Giuseppe Corrado in testa, esprimeva perplessità su come veniva gestito il caso Reggina, o meglio su come non veniva gestito lasciato in balia di un tribunale ordinario, quello di Reggio Calabria, dove Saladini, presidente del club dello stretto aveva trovato evidentemente una sponda amica per portare avanti il suo gioco. Il corto circuito è arrivato in fase di iscrizione, nonostante il tribunale abbia condonato il 95% dei debiti della Reggina, soldi che nessuno, Stato in primis, rivedrà mai più, la società amaranto non ha adempiuto nei tempi previsti dal codice sportivo anche quel misero 5% rimasto e alla Co.Vi.Soc non è restato altro da fare che estrometterla dal campionato, Brescia sta alla finestra e mette le bollicine in fresco pronta a far saltare il tappo e festeggiare la riammissione, o ripescaggio, fate voi, si tratta di un tecnicismo poco importante, in serie B. La tempesta perfetta però si è manifestata con la promozione in cadetteria del Lecco, preceduta da un rinvio dei playoff di serie C di 10 giorni dovuto ad un ricorso del Siena penalizzato guarda caso per contributi non pagati. Il Lecco oltre a dover completare una cosa assai complessa come l’iscrizione in serie B in meno di 48 ore, perché a nessuno dei cervelloni della Lega B o della FIGC che dir si voglia, è saltato in testa di concedere in via di eccezione una proroga, si è trovato anche nella condizione di doversi cercare uno stadio perché il suo non è adatto alla categoria, e sinceramente lo è poco anche alla serie C. Qui  un susseguirsi di PEC non lette, ignorate, e mancanti di risposta e la società blu-celeste è diventata una vittima della burocrazia. Perugia ci crede e Santopadre, uno dei presidenti più perdenti di sempre, spera di rientrare dalla finestra dopo essere stato cacciato via con ignominia dalla porta. Dopo il primo ricorso il Consiglio Federale si è espresso: Reggina fuori, Lecco dentro, Brescia toglie anche la stagnola dalle bollicine, Perugia si prepara ad armare gli avvocati. Si perché la questione non finirà qui, da Reggio Calabria partirà un ricorso che ha poche chance di successo, da Perugia si promette battaglia per portare la B a 21 squadre. Tutto questo finirà in mano anche alla giustizia ordinaria in attesa che almeno la situazione del Brescia si definita si partirà con la X nel calendario.

Quello Italiano è un caso unico nel panorama calcistico europeo. Mentre in Inghilterra i calendari (senza X) si conoscono dal 20 giugno o giù di li, nello stivale manco gli organici sono chiari e allora su chi puntare il dito se non sui vertici federali, proprio quelli dei proclami (vedi le prime righe di questo articolo). Il capo di tutta questa baracca corrisponde al nome di Gabriele Gravina, dirigente sportivo mediocre a Casteldisangro prima, e come presidente della Lega Pro poi. Tutta questa incapacità è evidentemente ben sopperita con un’arguzia e abilità politica da gran fuoriclasse, tanto che nonostante alle sue spalle lasci solo macerie, viene nominato gran visir della Federazione Italiana Gioco Calcio, grandi promesse ammaliano vassalli e valvassori, ma le macerie si accumulano e l’ennesima estate fra carte bollate, ricorsi, controricorsi, sta li a certificare ancora una volta come il sistema sia ormai collassato, vittima della sua incapacità di nominare alla sua guida persone competenti. Alla fine le vittime sono sempre i tifosi, messi l’uno contro l’altro anche quando si dovrebbe stare sotto l’ombrellone ad occuparsi di giocatori in arrivo ed in partenza, ma del “calcio della gente” quello di cui ci si riempie la bocca quando si ha paura di cadere dalla poltrona, alla fine non frega nulla a nessuno.

massimo.corsini