Situazione difficile, ma non (ancora) tragica, Pisa rialza la testa

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PISA e Provincia
Lunedì, 5 Settembre 2022

Reggina e Venezia due partite per capire il futuro, un rovescio con la capolista potrebbe aprire subito una riflessione sul tecnico

Un passo indietro, anzi due: uno sul piano del gioco e uno sul piano della tenuta mentale. Questo in estrema sintesi quello che il Pisa porta a casa dalla prima trasferta della sua storia nel profondo nord, a Bolzano. L’1-2 finale adagia mestamente il Pisa al pianterreno della classifica e allo stato delle cose è legittimo domandarsi se mister Maran è la persona giusta in grado di invertire la rotta e riportare il Pisa su binari più consoni alle aspettative e alla campagna acquisti messa in atto.

Che avrebbe potuto essere un avvio di campionato difficile era stato messo in preventivo, che potesse diventare tragico un po’ meno. A Bolzano il Pisa è caduto sotto i colpi di una neopromossa, alla prima stagione in cadetteria e non si tratta di mancanza di rispetto definirla, almeno al momento, una eccellente formazione di serie C, che con grande impegno, dedizione e tanto cuore prova a schiudere il bozzolo e diventare una farfalla pronta a dire la sua in serie B. Il Pisa visto al Druso è mancato soprattutto sul piano psicologico, schiacciato dal peso del risultato ribaltato nella ripresa con il secondo calcio di rigore. Se a Cittadella, con il Como e con il Genoa si era vista una bella reazione alle avversità, in Alto Adige si è assistito ad una resa senza condizioni, da parte dei giocatori in campo e anche del mister in panchina (emblematici quei 5’ dopo l’1-2 passati seduto in panchina, mentre il suo dirimpettaio si bracciava come un tarantolato incitando i suoi giocatori) anche lui stordito dall’inaspettato vantaggio dei padroni di casa si, inaspettato perché fino al quel momento la partita era equilibrata e nessuno prendeva il sopravvento, quando però si è troppo scolastici nella manovra e poco  cattivi da non sembrare una squadra, l’episodio avverso diventa una montagna da scalare, ed il Pisa è rimasto a valle stordito e incapace di reagire.

Il 4321 o 433 visto a Bolzano lascia troppo isolata la punta centrale, crea poca densità a centrocampo che non riesce a filtrare con i modi e tempi giusti, lasciando anche in palese difficoltà il reparto arretrato ancora una volta uccellato dalla solita palletta lanciata in verticale sulla quale il centrale di difesa si è fatto sorprendere. La ripresa si è giocata fino al rigore, poi il Pisa è mestamente uscito dal campo complice anche qualche sostituzione parsa di difficile interpretazione. Marin il migliore a centrocampo é stato tolto dal reparto per essere sacrificato a fare il terzino destro, Tramoni una mezzala senza punti di riferimento, dimenticandosi in panchina Mastinu forse l’unico con la fantasia e la qualità per trovare la giocata risolutrice.

Sabato si gioca all’Arena un vero e proprio testacoda, arriva la Reggina prima della classe, serve un Pisa diverso da quello visto fino ad oggi. La squadra di Inzaghi, così come i nerazzurri, ha cambiato molto, ma ha subito trovato la quadra. Con due trasferte consecutive alle porte occorre fare risultato, altrimenti dovranno necessariamente aprirsi in seno alla società delle riflessioni che mai vorremmo prendere in considerazione. Il vascello nerazzurro è in piena bonaccia (che è peggio anche della tempesta), fermo immobile sembra attende che gli eventi si consumino intorno a lui, ma ancora non sta affondando, il tempo però stringe urge fare punti oppure guardarsi intorno e prendere coscienza che qualche cambiamento va fatto, il mercato è chiuso, quindi vien da se che la famosa sterzata può arrivare solo cambiando il manico.
 

massimo.corsini