Teatro Verdi: zero prospettive. A rischio anche il contributo del Comune

Cultura
PISA e Provincia
Lunedì, 20 Luglio 2020

Nessuna prospettiva o idea di ripartenza. È questa l’estrema sintesi del confronto fra i lavoratori e i sindacati del Teatro Verdi di Pisa e la commissione di controllo del Consiglio comunale

«Sono allarmanti le poche risposte certe fornite», è questo in estrema sintesi il giudizio che Olivia Picchi (PD), Gabriele Amore (M5S) e Ciccio Auletta (Città in Comune) forniscono del confronto fra Lavoratori e sindacati del Teatro Verdi. La maggioranza, secondo i tre esponenti dell’opposizione, utilizza l’emergenza Covid per giustificare un immobilismo che non può che portare a un forte ridimensionamento del Teatro comunale. Mentre le altre città si stanno organizzando, Pisa rimane ferma, perdendo occasioni e prestigio nel panorama nazionale.

«Cognetti, continuano Picchi, Auletta e Amore, rappresentante della Lega, lo dice a suo modo: “se ne riparlerà a ottobre dopo l’approvazione del bilancio”. La cultura per la giunta e la maggioranza è solo un costo, solo questione di numeri. E i numeri parlano chiaro: meno 100.000 euro del contributo ordinario per l’anno 2021 e 2022, azzerati per il 2020 tutti gli altri fondi alla cultura. La posta in gioco è alta si rischia di perdere i finanziamenti statali e regionali, ma quello che questa maggioranza non dice è che lo stesso contributo comunale del 2020 è a rischio in quanto basato su una convenzione fra Comune e Teatro legata all’attività che quest’ultimo svolge durante l’anno. Se il teatro continua a rimanere chiuso anche questa fonte di sostentamento potrebbe venire meno, almeno in parte. Tutto questo ovviamente si traduce non solo in un impoverimento culturale, sociale ed economico (pensiamo ad alberghi, ristoranti, bar...) per Pisa, ma soprattutto mette a rischio posti di lavoro, frustra le numerose competenze interne, non dà risposte e prospettive ai lavoratori più precari, con contratti "stagionali'. Per questi ultimi nessuna riconferma, ma nessuna certezza sulle attività future neanche per gli altri lavoratori e le altre lavoratrici».

«Tutto questo nasce da una domanda che lavoratori e sindacati hanno espresso con forza: che Teatro vogliamo per il futuro di Pisa? Domanda che non ha avuto una risposta esplicita da parte della giunta e della maggioranza, ma a cui rispondono i fatti: nessun progetto innovativo per rilanciare il teatro e restituirlo alla cittadinanza; e nessun piano per la sostituzione di Vizioli al quale, a fronte di ottimi risultati, era stato proposto un rinnovo di un solo anno. L’individuazione del direttore artistico è l’azione che identifica il teatro e la sua visione culturale: andrà fatta in tempi rapidi e sulla base di requisiti di alto profilo, su base almeno triennale per consentire una programmazione di respiro. Intanto però si sventola la candidatura di Pisa a Capitale della Cultura, una farsa tragicomica che sembra non avere fine», concludono i rappresentanti in commissione di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Una Città in Comune.

redazione.cascinanotizie