Toscana, primo suicidio assistito dopo l’approvazione della legge regionale
Daniele Pieroni ha scelto di morire con dignità. La procedura avviata dopo l’approvazione della legge toscana che regolamenta tempi e modalità del fine vita
Per la prima volta in Toscana, una persona ha potuto ricorrere legalmente al suicidio assistito in seguito all’approvazione della legge regionale sul fine vita. Si tratta di Daniele Pieroni, scrittore e musicista di 64 anni, originario dell’Abruzzo ma da tempo residente a Chiusi, nel senese. Affetto dal morbo di Parkinson dal 2008 e costretto a vivere con una Peg in funzione per 21 ore al giorno a causa di una grave disfagia, Pieroni ha scelto di morire «con lucidità e serenità», come ha spiegato l’Associazione Luca Coscioni, che ha seguito il caso.
Il 17 maggio scorso, dopo aver ricevuto il via libera dall’Asl Toscana Sud Est, Daniele si è autosomministrato il farmaco letale, preparato nella sua abitazione. Erano presenti due dottoresse, un medico legale, i familiari, le sue badanti, la coordinatrice toscana dell’Associazione Coscioni Felicetta Maltese e il fiduciario Leonardo Pinzi. «Alle 16:47 Daniele ha attivato il dispositivo a doppia pompa infusiva e alle 16:50 ha smesso di respirare, serenamente», racconta Maltese. «Il personale sanitario è stato esemplare, presente non solo sul piano professionale ma anche umano».
Pieroni aveva contattato l’associazione lo scorso agosto, e con il supporto di Marco Cappato aveva presentato il 31 agosto la formale richiesta all’Asl. La risposta positiva è arrivata il 22 aprile, in applicazione della legge toscana entrata in vigore a febbraio. La norma, oggi impugnata dal governo davanti alla Corte costituzionale, disciplina tempi e modalità della somministrazione, obbligando le Asl a garantire il supporto medico e la fornitura dei farmaci nei casi previsti dalla sentenza 242/2019 della Consulta.
Proprio quella sentenza, nata dal caso Cappato-Dj Fabo, ha aperto in Italia uno spiraglio sul suicidio medicalmente assistito, indicando i requisiti per l’accesso ma lasciando al Parlamento il compito di legiferare. Dopo anni di stallo, qualcosa ora sembra muoversi: al Senato è atteso per il 17 luglio il primo testo di legge, mentre la maggioranza lavora a una proposta che dia «grande importanza alle cure palliative», come ha dichiarato Maurizio Lupi. La Conferenza episcopale italiana esprime apprezzamento per l’impostazione, mentre Tajani sottolinea che «il suicidio non è un diritto». Più cauto Matteo Salvini, che frena: «Andare avanti? Con calma...». Le opposizioni, intanto, accusano il governo di irridere il Parlamento e di continuare a rinviare una decisione su un tema cruciale. Intanto, la Toscana ha fatto da apripista. E Daniele Pieroni, con il suo gesto, ha dato un volto e una voce a una libertà che ancora oggi divide l’Italia.