Tpl: anche Enrico Rossi nel mirino dei PM

Cronaca
PISA e Provincia
Mercoledì, 17 Giugno 2020

Il presidente della Regione Toscana finisce nel registro degli indagati con l'accusa di turbativa d'asta, ne da lui stesso l'annuncio a mezzo social

Si arricchisce di una nuova capitola la saga legata alla gara sul Tpl, il trasporto pubblico locale su gomma. A finire sotto i riflettori della magistratura è il presidente della Regione Toscana Enrico Rosso, iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di turbativa d’asta. A renderlo noto è lo stesso Rossi con un post pubblicato sulla sua pagina facebook: «a volte, ricevere un avviso di garanzia è segno del fatto che si fanno cose importanti a favore dei cittadini e che si toccano interessi che non vogliono mettersi da parte e accettare gli esiti di gare regolari e trasparenti», scrive Rossi che senza mai nominare il consorzio Mobit (quello di cui fa parte anche CTT Nord), afferma: «ora è capitato nuovamente a causa di un esposto fatto dalla cordata di imprese che ha perso la gara regionale per il trasporto pubblico locale su gomma. Questa associazione di imprese non solo ha strumentalmente usato la giustizia amministrativa perdendo regolarmente tutti i ricorsi, facendo così ritardare il contratto con l’impresa vincente e quindi la partenza del servizio ma, come ultimo colpo di coda per bloccare le regolari procedure, ha fatto anche un esposto alla procura mettendo sotto accusa oltre a me, l’intera commissione regionale e i dirigenti del settore mobilità».

Accuse bollate come infamanti e ridicole e che rappresentano solo la punta dell’iceberg di una battaglia iniziata nel lontano 2015 con l’assegnazione del monopolio del trasporto pubblico su gomma ad Autolinee Toscana, società controllata dai francesi di RATP (leggi qui). Da allora una lunga serie di ricorsi al Tar e Consiglio di Stato, fino ad oggi sempre rigettati.

Il prossimo 1 luglio era calendarizzato il passaggio di consegne, slittato anche per l’emergenza Covid-19: Autolinee Toscane dovrebbe rilevare parco mezzi e beni immobili dalle aziende attualmente operanti e, rilevando anche i contratti dei lavoratori, iniziare ad operare. Il condizionale è però d’obbligo. La Regione Toscana, dopo le prime notizie delle perquisizioni della finanza ad Autolinee Toscane e dell’iscrizione nel registro degli indagati di 6 persone (2 dirigenti della regione e i 4 membri della commissione della gara Tpl), ha sempre affermato di voler tirare dritto senza ulteriori ritardi, staremo a vedere se alla luce del coivolgimento del presidente Rossi, la linea di Palazzo Strozzi-Sacrati sarà sempre la stessa o se si deciderà di attendere l’esito delle indagini.

massimo.corsini