Viterbese-Pisa, il borsino

Sport
Lunedì, 29 Gennaio 2018

di Valentina Mazza

“Il ragazzo alla sufficienza ci arriva, ma potrebbe fare molto di più”, quante volte un genitore sente dire questa frase dagli insegnanti del proprio figlio. Il Pisa di queste ultime settimane, ma possiamo dire di tutta la stagione si racchiude il questa frase. Una squadra che porta a casa il risultato minimo ma che per uomini e qualità a disposizione potrebbe fare molto di più. Anche a Viterbo, sul campo di una delle squadre più attrezzate della categoria e che più di ogni altra si è rinforzata nel mercato di gennaio, il Pisa ha tenuto l’atteggiamento di chi intende non andare oltre il minimo indispensabile, di chi pensa che alla fine un punto è meglio di niente: un atteggiamento da formichina che poco si addice ad una squadra che è partita con l’ambizione di vincere il campionato e che invece si trova al quarto posto.

E così il pari che ne è derivato solleva ancora una volta il dibattito fra coloro che vedono il bicchiere mezzo pieno, anche in relazione, ai risultati di Livorno e Siena, e coloro che invece vorrebbero vedere un Pisa più spregiudicato, battagliero, e sempre alla ricerca della vittoria. Chi ha ragione? Paradossalmente entrambi, perché il Pisa è uscito da una giornata che potenzialmente poteva essere molto sfavorevole, con distacchi immutati sulle avversarie e con lo scontro diretto in vantaggio sulla Viterbese, ma resta sempre il rimpianto di non osare mai abbastanza per provare a vincere le partite, anche correndo qualche rischio che comunque anche contro la squadra di Sottili non è mancato.

COSA FUNZIONA Facile dire la difesa. Una squadra che non subisce goal da quattro partite, che ne ha concessi appena 12 in 22 gare così suddivisi: 8 in 3 partite (Pistoiese, Carrarese e Arezzo) e solo 4 nelle restanti 19 gare, significa, non solo che ha un reparto arretrato di una solidità impressionante, ma che anche il centrocampo lavora sodo per non permettere agli avversari di arrivare sotto la trequarti campo in condizione di far male. Poi non manca quel pizzico di fortuna che si dice aiuti gli audaci, anche se questo Pisa audace proprio non sembra, ne sono testimonianza i due legni colpiti, casualmente, da due difensori centrali ex nerazzurri Sbraga (Siena) e Simi (Viterbese). Una fortuna che andrebbe aiutata con un atteggiamento diverso per cercare di portare a casa il massimo risultato.

COSA NON FUNZIONA Se la difesa ride, l’attacco piange. Il Pisa segna con il contagocce. Certo gli attaccanti ci mettono del loro con errori talvolta clamorosi: Negro di testa da due passi che spara alto e che successivamente, in modo del tutto incomprensibile tenta un assist a Masucci quando avrebbe potuto concludere a rete ne sono l’esempio, ma sono mal supportati anche da un centrocampo nel quale è sempre più palese l’assenza di un giocatore che detti i tempi della manovra e che soprattutto verticalizzi mettendo gli attaccanti nella condizione di poter bruciare le difese avversarie in velocità, condizione imprescindibile soprattutto se si sceglie di giocare con due brevilinei come Masucci e Negro.

DA RIVEDERE Il Pisa del primo tempo di gioco. I numeri parlano chiaro e i risultati sono certamente tutti positivi ma è un positivismo centrato solo sulla sufficienza “politica”.  Il bicchiere è sicuramente mezzo pieno ma la questione è, se quel bicchiere placa o no la tua sete. E questo bicchier d’acqua non placa la nostra sete di ambizione.  Non placa l’animo di una tifoseria consapevole del valore della squadra e che riconosce nel Pisa più capacità e più possibilità di quelle che dimostra effettivamente poi sul campo. Al Rocchi ieri, abbiamo avuto l’impressione di vedere un Pisa a due facce come se, a scendere in campo nei due tempi di gioco fossero due squadre completamente diverse. Al di là del risultato c’è l’atteggiamento e non possiamo ne vogliamo, vedere il Pisa approcciare una partita come fosse un cucciolo di leone nei primi minuti del match e vederlo tornare dagli spogliatoi come fosse un gattino impaurito. Bisogna entrare in campo sempre convinti e determinati per dare il massimo. Perché il Pisa se vuole può darlo e ce lo ha dimostrato, con l’Alessandria, nel derby contro il Livorno e nei primi 45 minuti di gioco con la Viterbese.

Se in un momento delicato della stagione, come questo, ci permettiamo scarse motivazioni e un atteggiamento remissivo, probabilmente il Pisa non ha capito quello che deve essere il suo campionato e questo, dopo l’ennesima partita giocata senza la dimostrazione di una reale convinzione di vincere, mostrandosi confuso, senz’animo e remissivo, inizia ad andarci stretto.No, il Pisa non può e non deve esser questo. Una squadra come la nostra deve avere innanzitutto un grande entusiasmo. Vogliamo vedere un Pisa andare sul campo per essere propositivo e voglioso, per giocarsela sempre a viso aperto e con la voglia di determinare qualcosa in maniera positiva. Questo è un aspetto che speriamo di rivedere e ci auguriamo che il tempo ce ne renda merito perché siamo consci che il Pisa può ottenere più della mera sufficienza e vogliamo solo spronarlo a mostrarci più costantemente un atteggiamento sempre irreprensibile.

In conclusione: vale la pena avere la miglior difesa d’Europa se poi l’attacco non riesce ad essere pungente, oppure sarebbe meglio, magari con un centrocampo diverso, concedere qualcosa in più dalla cintura in giù per cercare di creare un maggior numero di opportunità offensive? A questa domanda rispondono i numeri: quasi mai squadre con attacchi sterili, anche se con difese solide vincono i campionati. Chi arriva per primo al traguardo ci arriva sempre a suon di reti, non è un caso che la capolista Livorno sia andata a segno in tutte le partite tranne due (Pisa e Alessandria), concede sempre qualcosa, ma il suo ago della bilancia poi pende spesso e volentieri dalla parte della vittoria. I campionati si vincono osando e questo Pisa necessita di un cambio di passo per non correre il rischio, ad oggi concreto, che la stagione che doveva essere del riscatto, si trasformi in quella delle occasioni perse.

di Valentina Mazza e Massimo Corsini

redazione.cascinanotizie