Viterbese-Pisa, il borsino

Sport
Lunedì, 21 Maggio 2018

Il solito Pisa visto e rivisto in questa stagione. Il solito Pisa che parte benino ma che non è capace di cambiare il corso degli eventi come del resto è capitato nell’intero girone di ritorno quando i nerazzurri non sono mai riusciti a risalire da una situazione di svantaggio se non nella sfida contro il Prato quando servì una magia di Gucher per riequilibrare la sfida contro la peggior squadra del girone e forse dell’intera serie C. Detto questo dal punto di vista del risultato la partita contro la Viterbese rimane più che aperta, al Pisa basterà vincere con un solo goal di scarto per risolvere la questione ed accedere al turno successivo, certo è che dopo tre settimane di stop ci si aspettava una squadra assai diversa soprattutto nell’atteggiamento.

COSA FUNZIONA Il Pisa mostra una buona condizione fisica, che non è poco in questo periodo della stagione, per quasi tutto l’arco dei 90’ mantiene una spiccata supremazia territoriale che porta i nerazzurri a fare l’ennesima incetta di calci d’angolo divenuto un tratto distintivo della gestione Petrone (41 corner nelle ultime 4 partite). Il centrocampo muove palla con facilità tanto da portarla con frequenza sotto la linea dei 16 metri sia utilizzando le fasce, sia con verticalizzazioni centrali, peccato che sia dalla cintura in giù che iniziano i problemi della squadra. Circoscrivendo il discorso ai singoli, ottima la prova di Birindelli che ha annullato Calderini, dopo averlo molto sofferto durante la gara di ritorno in campionato.

COSA NON FUNZIONA In avanti, proprio non ci siamo, il Pisa riesce a proporsi con continuità nella trequarti avversaria, ma al momento di cercare gli spazi per la conclusione a rete le idee sono poche e confuse tanto che Iannarilli viene impegnato solo in una occasione, nel secondo tempo, quando una conclusione di Eusepi viene sventata in tuffo. C’è poi un problema rappresentato dalle palle inattive ed è ciò che ha segnato il destino della partita in terra laziale. Il Pisa ancora una volta non è riuscito a fruttare i molti tiri dalla bandierina, ben 9, non solo non rendendosi mai pericoloso, ma senza proprio prenderla una sola volta di testa. Si è insomma rivisto lo stesso cliché delle partite contro il Livorno (14 angoli), il Pontedera (11) e l’Arezzo (7). Il passaggio del turno passa anche dalla capacità di sfruttare queste situazioni. Anche dal punto di vista caratteriale sono emersi i problemi cronici che il Pisa si trascina dall’inizio della stagione. I neroazzurri partono benino, ma alla prima difficoltà non riescono ad imprimere quel cambio di passo necessario per ribaltare il destino della partita, ne esce la solita prestazione monocorde che più volte in questa stagione abbiamo sottolineato come il difetto più acuto di questa squadra. Anche il clima playoff non è servito a dare la scossa necessaria.

DA RIVEDERE Arrivati a questo punto della stagione c’è ben poco da rivedere. Gli uomini a disposizione sono questi ed i difetti manifestati per nove mesi non spariscono certo con un colpo di spugna, specialmente se si tratta di difetti caratteriali e quindi non migliorabili con l’allenamento. Mario Petrone lo sa molto bene, ce la mette tutta per cercare di tirare fuori il meglio da suoi ragazzi, ma quello di correggere i difetti strutturali era un lavoro che andava fatto in sede di mercato invernale, ma questo è certamente un discorso da affrontare a bocce ferme, una volta terminato il campionato, e noi nonostante tutto speriamo di doverlo fare non prima della metà di giugno.

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massimo.corsini