Trasporto sociale in crisi: il disagio diventa emergenza quotidiana

Cronaca
Cascina
Giovedì, 25 Settembre 2025

Dopo le segnalazioni sui centri diurni a Pisa, nuove denunce dall’associazione La RosaAmara di Cascina: ritardi, annullamenti e comunicazioni last minute mettono a rischio i diritti delle persone con disabilità

Dai laboratori interrotti ai lunghi periodi di isolamento, i disservizi del trasporto sociale continuano a segnare la vita di molte famiglie e persone con disabilità.

Dopo l’articolo dei giorni scorsi sui problemi nei centri diurni pisani, emersi anche attraverso la voce della consigliera PD Scognamiglio, arriva ora la denuncia dell’associazione La RosaAmara.

Al centro della protesta ci sono cancellazioni improvvise, ritardi anche di due ore e orari comunicati all’ultimo momento.

Situazioni che, sottolineano i familiari, non rappresentano semplici disagi organizzativi ma vere e proprie violazioni di diritti fondamentali, con conseguenze profonde sulla stabilità e sulla dignità dei singoli utenti.

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Ha scritto l’associazione La RosaAmara.

Questa lettera nasce a seguito dell’ultimo incontro che la nostra associazione, La RosaAmara, ha avuto con i familiari dei ragazzi che usufruiscono del trasporto sociale che, servizio che sta creando disagi infiniti con conseguenze gravissime per le persone con disabilità le loro famiglie e gli operatori dei centri.

Si parla di trasporti annullati dall’oggi al domai, di ritardi in entrata e in uscita anche di due ore e di comunicazioni di orario date, ormai regolarmente, alle sette della mattina stessa.

Si è arrivati persino a stabilire che la priorità spetti ai ragazzi in età scolare, come se il resto delle persone con disabilità potesse aspettare. Una scelta che riteniamo profondamente ingiusta. Ogni persona, indipendentemente dall’età, ha bisogni vitali che non possono essere messi in graduatoria.

Per gli adulti con disabilità, la routine è un diritto e non un favore. Un ragazzo autistico che resta a casa perché il trasporto non arriva non perde solo una giornata: perde stabilità, sicurezza, equilibrio. Un adulto con disabilità intellettiva che non frequenta più il laboratorio rischia regressioni profonde e irreversibili. Un giovane con disabilità motoria lasciato a casa perde relazioni, crescita, dignità. Tutto questo non è solo un disagio: è una violazione di diritti fondamentali.

Troppe volte, quando le persone coinvolte sono molte, si perde il valore del singolo. Si sente dire: “Oh, ma tutti sono in difficoltà…”. Ma questo “tutti” non dovrebbe togliere valore all’individualità. Ogni persona con disabilità ha un volto, una storia, una fragilità specifica che richiede attenzione. Dire “tutti” rischia di appiattire, di trasformare in massa ciò che invece è fatto di singole vite, di singoli drammi, di singole fatiche quotidiane.

Ecco perché questo disservizio non è soltanto una questione collettiva, ma soprattutto una questione umana. Non stiamo parlando di numeri o di statistiche, ma di persone reali, che non possono essere dimenticate dietro la scusa del “siamo in tanti”.

In questi giorni si sente un continuo rimbalzo di colpe e colpevoli. La politica, come sempre, occupa il centro del palcoscenico. Ma se da una parte questo è ciò che avviene da quando la politica esiste, dall’altra troviamo davvero al limite dello squallore che non si riesca mai ad andare oltre la retorica. Che non ci sia la capacità di osservare le cose con lucidità, di guardare alle persone e non agli schieramenti, cercando soluzioni concrete.

Chi davvero possiede le prove per indicare di chi è la responsabilità, ha il dovere morale e civile di farlo. Tutto il resto è solo strumentalizzazione politica di un disastro che sta distruggendo vite e progetti.

 

 

 


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redazione.cascinanotizie