Scuola di Crespina, parla D'Addona: è una situazione delirante

Cronaca
Crespina - Lorenzana
Giovedì, 12 Agosto 2021

Intervista al sindaco finito nell'occhio del ciclone che chiude alle richieste del Comitato Scuola senza Confini. Indietro non si torna

Sulla scuola media Cozzi di Crespina le decisione è presa e indietro non si torna per tanti motivi. Il principale, secondo il sindaco Thomas D'Addona, è che la nuova struttura inaugurata ad inizio 2021, non può e non deve diventare l'ennesimo istituto pollaio. Al di là dei 16 alunni che resteranno esclusi a settembre, delle proteste dei genitori del Comitato Scuola senza Confini, dei distinguo e delle dimissioni dei compagni di partito (il PD ndr), degli interventi dei sindacati, degli articoli di Adriano Sofri e della presa di posizione della Direttrice Didattica dell’Istituto Comprensivo Mariti di cui la scuola secondaria è parte.

Raggiunto telefonicamente in Sicilia dove sta trascorrendo le vacanze con la famiglia, il sindaco di Crespina Lorenzana sembra avere le idee chiare:Il loro ricorso al Tar (quello del Comitato ndr) è stato respinto, quindi tutte queste ingiustizie cui i genitori si appellano, sembra che esistano solo per loro. In realtà questa è una situazione delirante, non mi viene nessuna altra parola per definirla”.

Queste persone - continua D’Addona parlando dei genitori in protesta - sostanzialmente esigono che il Comune modifichi la propria organizzazione e i propri edifici in conseguenza delle domande d’iscrizione che arrivano da fuori comune, senza alcun criterio. Anche se questo comporta l’aumento di una sezione. Quando gli hai detto di no, gridano allo scandalo. Invocano la Costituzione, i diritti umani. Cioè una cosa che francamente si commenta da sola. La cosa singolare di questa vicenda è che abbia avuto tanta risonanza, perché purtroppo, in troppi, gli abbiamo dato credito. Perché pongono il problema del diritto dei bambini, ma i diritti dei bambini non possono passare sopra ai diritti degli altri bambini”.

Per Thomas D’Addona il problema della scuola Cozzi deriva dalla gestione di Daniela Pampaloni, direttrice dell'istituto comprensivo Mariti per 23 anni.

Il fatto è che fino ad ora l’Istituto Mariti, fino a quando la dirigente era la Pampaloni, ha sostanzialmente non solo avallato qualsiasi richiesta d’iscrizione dei non residenti, ma quasi l’ha incentivata, come in una sorta di campagna acquisti. Perché, più bambini c’erano, più cresceva l’ego di questa persona che mentre faceva la dirigente, faceva anche attività politica. Si era candidata al Comune di Pontedera, al Senato e via di seguito”.

Le conseguenze di questa gestione, secondo D’Addona, si riverberano nel presente:

Ora noi abbiamo una scuola primaria - prosegue il sindaco - che è satura ogni oltre limite. In altre situazioni, le insegnanti, i sindacati e tutte le persone che ora fanno questa pantomima assurda, avrebbero gridato allo scandalo. Ed invece, questo affollamento, l’hanno generato loro, ed hanno smantellato, facendo una cosa illegittima, perché il “Piano di utilizzo degli edifici” lo fa il Comune non l’Istituto Didattico, hanno smantellato dei laboratori per far posto a delle classi in più. In teoria ci sono 2 sezioni, ma in pratica la scuola ne accoglie 3 ed invece di avere 10 classi ne hanno 13. Persino nell’anno del Covid, l’anno scorso, hanno preso dieci bambini in più su 28, quindi invece che 28, 38. Hanno dovuto delocalizzare le prime in un altro istituto, perché non c’entravano più. Ecco, questo trend, ora che abbiamo una scuola nuova, lo vorrebbero portare anche alla scuola media.  Noi semplicemente abbiamo fatto quello che la legge ci consente di fare, cioè un “Piano di utilizzazione degli edifici” che dice che la scuola media è sempre stata a due sezioni e resta due sezioni”.

Sulla questione avanzata dal Comitato Scuola senza Confini, circa il progetto della nuova scuola Cozzi, fatto per 200 bambini e 3 sezioni D’Addona risponde.

È una mistificazione. Si tratta di fare la distinzione tra quella che è l’organizzazione di un edificio normale e la capienza limite. La capienza limite di quell’edificio è tre sezioni, ma noi non siamo assolutamente disposti a portare quell’edificio alla capienza limite per ospitare una sezione in più di non residenti”.

Alle accuse mosse alla decisione presa dal Comune, di essere una scelta discriminatoria, Thomas D’Addona risponde:

La situazione è veramente assurda. In realtà noi abbiamo fatto quella scuola dimensionata con sei classi e quattro laboratori, che se portata a tre sezioni, diventerebbero nove classi, dovendo smantellare dei laboratori per farne delle classi. Ecco che qualcuno dice noi possiamo fare la laboriatorità nelle classi, baggianate. Lo stesso concetto potremmo usarlo per altre classi come le palestre. Cioè noi abbiamo attrezzato l’aula di musica, il laboratorio di scienze, laboratori con attrezzature particolari che servono per tirare fuori il meglio delle persone, il più delle volte degli insegnanti abituati a lavorare in strutture strette, non organizzate. Ecco dovremmo smantellare tutto per fare posto a 200 bambini. Mentre qua nascono ogni anno 40 bambini, è un dato stabile. Non bisogna per forza arrivare a 200 e vedere i bimbi strizzari come sardine. Come hanno fatto a Cenaia. Non è solo una mia paura, è già accaduto e non voglio che accada anche qui”.

Quindi la decisione della giunta, anche se messa a dura prova dalle pressioni esterne, appare come definitiva e non trattabile.

 “Ma certo - conferma Thomas D’addona -. Bisogna avere la capacità di distinguere quello che è un interesse generale, da quello che è un interesse particolare. Queste persone hanno un interesse particolare, che se fosse assecondato contro qualsiasi logica, danneggerebbe l’interesse generale di tutti gli altri”.

Tra i motivi principali delle proteste, il fatto che la scuola Cozzi sia un istituto “Senza Zaino”, quindi attrattivo proprio per il modello educativo che esprime.

Sono forzature pure quelle - insiste D’Addona - perché dalla scuola di Lorenzana, in sette anni, dalla fusione, è arrivata una sola persona, tutti gli altri andavano a Fauglia o tornavano a Lari, perché la scuola era sì “Senza Zaino”, ma in un capannone riadattato. Ora che è “Senza Zaino” con un edificio particolare, soprattutto vicino a Lari, perché poi di questo si tratta, allora vengono fuori la “Carta dei diritti umani” e tutte queste storie qua. Ripeto, la possibilità di portare la scuola alla capienza limite, cioè a 200 bambini e tre sezioni, noi non la prendiamo in considerazione, perché non c’è nessuna ragione per snaturare la concezione organizzativa di spazi didattici concepiti insieme al Direttore didattico”.

Thomas D’Addona riserva parole dure per la Direttrice Didattica dell’Istituto Comprensivo Mariti, a suo dire schieratasi con i genitori in protesta.

In un primo tempo il Direttore didattico era assolutamente in linea con noi, ho una corrispondenza che lo conferma. Poi quando i genitori hanno cominciato a piangere, a battere i piedi per terra, a fare i prepotenti, allora la preside ha fatto una delle cose peggiori che una dipendente dello Stato possa fare, si è schierata”.

La vicenda della scuola Cozzi è diventata terreno di scontro politico anche nel Partito Democratico, ma per il sindaco di Crespina Lorenzana non c’è stata alcuna rottura interna. “Abbiamo due circoli del Partito Democratico, si sono riuniti e i due segretari hanno espresso la volontà di prendere posizione contro questa linea della giunta. È stata bocciata unanimemente. Dal segretario del PD comunale e da tutti i direttivi. Avevano provato a coinvolgere i direttivi per farne una posizione politica che è stata troncata nettamente e il giorno dopo, Fausto Bosco e Franco Pratelli, si sono dimessi e hanno preso posizione, tra l’altro uno dei due specificando che era una posizione personale. Ma non è assolutamente vero che il Pd si sia spaccato, anzi il Pd ha rieletto il nuovo segretario del circolo”.

Thomas D’Addona, incalzato sulla polemica legata all’impianto di scarico delle acque nere “sottodimensionato” del nuovo istituto Cozzi, risponde.

È una stupidaggine. Quella è una scuola che ha tutte le omologazioni e le certificazioni degli enti preposti, dall’antincendio, all’impianto elettrico e di scarico. La scuola è esattamente conforme al “Piano di utilizzo degli edifici” approvato dalla giunta (le due sezioni ndr). Se una volta sarà lì organizzato un evento da 200 persone non è che scoppia. È un dimensionamento medio. Se però su un impianto dimensionato per due sezioni se ne appoggiano tre, l’impianto va adeguato perché non funziona più. Non è vero che anche con le due sezioni l’impianto delle acque nere non sarebbe adeguato, perché le persone non saranno mai tutte presenti contemporaneamente (assenze, turni d’insegnamento, eccetera). Noi le cose le abbiamo fatte bene. Il resto sono una serie di fandonie”.

L’esclusione dei bambini non residenti è o no una questione di diritti negati?Alla scuola primaria - spiega D’Addona - noi abbiamo 70 bambini su 200 non residenti. Alla scuola di Ceppaiano (asilo ndr) che è molto grande e capiente, nessuno ha mai fatto storie. Non è che andiamo in giro con la lente d’ingrandimento a mettere i punti neri sui non residenti, ne abbiamo il 26%, a Lorenzana il 50%”.

Thomas D’Addona cerca di spiegare anche le pressioni politiche sulla vicenda. “Se a tutto questo qualcuno si oppone per motivi politici, posso dire che io nel Pd sono sempre stato molto poco a sinistra e nel Partito Democratico pisano essere molto poco a sinistra, significa essere spesso e volentieri in minoranza. Ero un lettiano anche quando Letta era all’estero. Non godo di grande popolarità. Se devo confrontarmi con persone che hanno tirato la conclusione già prima di iniziare il ragionamento, ed usano parole come devi essere inclusivo e tollerante, come se io fossi uno xnofobo, a me viene da ridere”.

Un ultimo sguardo D’Addona lo dà ai criteri utilizzati dalle altre scuole della provincia di Pisa.

In tutte le scuole della provincia di Pisa esistono delle regole legate al territorio di residenza degli studenti, proprio per evitare che tutti chiedano di frequentare l’istituto ritenuto migliore. Tutta la Valdera nella scuola di Crespina non c’entra. Quindi dove lo mettiamo questo limite? Il limite che consenta di sfruttare la scuola per come è stata progettata, nell’eccellenza? O alla capienza massima oltre la quale i Vigili del fuoco alzano la paletta? Il senso è tutto qui. Loro vorrebbero fare alla scuola media quello che è stato fatto a Cenaia, portarla alla capienza massima, quella oltre la quale in nessun caso puoi andare. E questa è la scuola di qualità? I sindacati vogliono questo? Tutto ciò è ridicolo”.

In ultima istanza Thomas D’Addona fa un appello: no alle scuole pollaio.

L’appello è che l’Istituto Mariti inizi finalmente a dotarsi, come tutti gli altri istituti, di criteri per i quali il numero dei bambini accoglibili in ogni istituto, sia determinato a priori, stanza per stanza, sulla base del tipo di arredi o di didattica. Si fissa un numero massimo e a questo numero massimo si arriva con dei criteri di priorità decisi dall’istituto, a me non interessano: prima i residenti, i non residenti, o altro. A quel punto i non residenti possono essere anche il 50%. Però l’edificio deve essere dotato di questo piano che prevede aula per aula un numero adeguato, che non è la capienza massima. Perché la capienza massima significa avere una nuova scuola pollaio”.


 

Ieri a seguito dell'incontro avuto con il Provveditore di Pisa il Comitato Scuola senza Zaino aveva scritto

L’incontro tra il provveditore agli studi dell’ufficio scolastico provinciale di Pisa e il Comitato Scuola Senza Confini si è svolto oggi in un clima trasparente e franco in cui le parti hanno interloquito per circa 2 ore. Il provveditore, da parte sua, ha ribadito che la concessione della terza sezione non è stata possibile solo perché il piano d’uso degli edifici scolastici deliberato dalla giunta è, secondo il suo sentire, vincolante e non lascia a spazio se non alle vie legali.
Vie legali che il provveditore e la scuola non hanno intrapreso, ha spiegato, fondamentalmente per due motivi:

•  da una parte la speranza di far cambiare idea al Sindaco Thomas D’addona attraverso le  continue riunioni  che si sono svolte tra loro nei mesi passati volte ad evidenziare come la scuola avesse tutte le carte in regola sia a livello di spazi che a livello di didattica per accogliere questi 16 bambini

•  dall’altra la convinzione che tra due ricorsi, quello eventuale dei genitori e quello sicuro e più volte minacciato dal sindaco, quello dei genitori sarebbe stato meno costoso e impattante sull’organizzazione interna dell’USP.

La storia si ripete, il proveditore, così come molti altri prima di lui, dichiara di aver fatto di tutto per far cambiare opinione al sindaco e, non essendoci riuscito, di non poter far niente per redimere la questione e bloccare questa ingiustizia.  Le istituzioni si riuniscono a parlare intorno al tavolo e lasciano ai cittadini l’onere delle vie legali, l’onere di bloccare le palesi ingiustizie insite in questa triste vicenda.


 

Punto Radio Cascina Notizie nelle ore precedenti all'incontro aveva raccolto in diretta gli umori dei genitori del Comitato Scuola Senza Confini.

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carlo.palotti