La grande fuga: il Galilei perde rotte e passeggeri

Cronaca
PISA e Provincia
Martedì, 28 Novembre 2023

L'inerzia strategica di Toscana Aeroporti e delle istituzioni regionali premia Firenze e riduce la competitività internazionale di Pisa

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L’aeroporto Galileo Galilei di Pisa potrebbe presto diventare la seconda porta d’accesso della Toscana.

L’orgoglio e il vanto dei pisani, va subito detto, resta ampiamente avanti nei numeri rispetto allo scalo di Peretola, ma il trend, a settembre, premia proprio Firenze ed il suo aeroporto: sempre al centro della battaglia politica, ma sul punto di essere adeguato alle necessità di uno scalo internazionale (vedi costruzione della pista parallela all’autostrada, ammodernamento degli spazi dedicati a logistica e passeggeri, capolinea della tranvia già in esercizio, ndr).

Da una parte, quindi, abbiamo uno scalo, quello del capoluogo toscano, in grande ascesa, su cui si investono soldi a pioggia, collegato ad un sistema di mobilità integrata, moderna e all’avanguardia. Dall’altro, invece c’è il nostro, servito dal PeopleMover, collegato ad una rete ferroviaria e viaria non all’altezza, da sempre destinatario di soli buoni propositi ed emarginato dalla politica regionale, fiorentinocentrica.

A conforto di quelle che potrebbero essere declassate a sole illazioni, arrivano i numeri e i dati raccolti dalla nostra redazione, supportata in questo grido d’allarme e appello alle istituzioni pisane, anche dai sindacati attivi presso il Galileo Galilei.

Punto primo: l’aeroporto di Pisa è sempre più low cost. Ormai – riporta una nota sindacale – Pisa è rimasta senza compagnie aeree di linea (IATA), ovvero, priva dei “transiti che permettono di combinare voli collegati con la garanzia dei successivi imbarchi di bagagli senza dover rifare i check-in, e con la previsione di protezioni e assistenze in caso di imprevisti”.

In soldoni, Pisa col tempo ha perso le tratte “con più scali”, quasi tutte le intercontinentali, quelle servite dalle compagnie aeree che favoriscono “gli arrivi e le partenze nello scalo, l'alimentazione dei flussi dei viaggiatori, ed anche un certo tipo di viaggiatori: business e lunga distanza”. Insomma, una fetta di mercato che fa la differenza.

Negli ultimi anni hanno abbandonato il Galileo Galilei di Pisa: Delta Airlines (volo diretto per New York con transiti per tutto il Nord America), Air France (volo per Parigi Charles De Gaule e transiti Norda America, Africa, eccetera), Alitalia (ora ITA Airways: transiti per Argentina, Brasile, Asia e Africa), Iberia (transiti per il Sud America), Turkish e Qatar Airways (transiti per Medio Oriente e Asia). Prossima alla fuga da Pisa anche Air Dolomiti – Lufthansa (la prima compagnia aerea tedesca e terza a livello globale), che cesserà le proprie attività sul Galilei con l’inizio di dicembre 2023, tra pochi giorni.

Se prendiamo ad esempio il traffico registrato a Pisa oggi, martedì 28 novembre, l’elenco delle partenze segna 12 voli Ryanair, 2 voli Wizz Air, 1 volo AirArabia, 1 volo EasyJet, 1 volo FlyDubai (Emirates) e 1 volo AirDolomiti (Lufthansa). 18 in totale, 9 capitali).
Se prendiamo l’elenco degli arrivi, contiamo 13 voli Ryanair, 2 Wizz Air, 1 FlyDubai, 1 AirArabia, 1 AirDolomiti, 1 EasyJet e ad ora, nel momento in cui scriviamo, l’atterraggio di tre voli dirottati da Firenze a Pisa: 1 volo AirFrance, 1 volo SwissAir e 1 volo Albawings. 22 in totale.

Su Firenze sono invece previste 31 partenze (8 Vueling – Iberia, British, American Airlines, Latam,-, 5 AirFrance, 5 AirDolomiti, 4 ITA, 3 Klm, 2 British, 2 Swiss, 1 Albawings, 1 Aegean), di cui 22 per capitali europee ed extraeuropee. 31 anche gli arrivi (salvo i voli dirottati su Pisa o altri scali ndr)

La fuga delle grandi compagnie aeree dal Galileo Galei di Pisa, allora, dicono ancora i sindacati, comporta l’abbattimento del traffico passeggeri e merci, ma non solo.

Punto secondo: “nel tempo, perdendo compagnie di linea, si perde anche professionalità e competente tra la forza lavoro. Il che rende più difficile far tornare questo traffico”. Di fatto un cane che si morde la coda, un meccanismo perverso, che ha allontanato sempre più Pisa ed il suo scalo dalle grandi tratte mondiali, in una corsa “progressiva – scrivono i sindacati – e apparentemente inarrestabile” verso il baratro.

“L'aeroporto Galilei – spiegano i sindacati - ha smesso di crescere già nel 2019, interrompendo uno sviluppo ed una crescita ininterrotta da circa 20 anni”.

Con il risultato che nel 2023 “la crescita dei voli sarà probabilmente inferiore al 2019 e inferiore alla tendenza del settore ed all'andamento di molti aeroporti italiani, tra cui, Firenze Peretola, che da qualche anno cresce sensibilmente più di Pisa in voli e passeggeri”.

“I dati di Toscana Aeroporti al 30 settembre 2023 ci dicono sul traffico viaggiatori: Pisa: -5,2% nel 2023 sul 2019 (anno pre pandemia); Firenze: +7,3% nel 2023 sul 2019”.

In conclusione, quello che si sta verificando in Toscana per ciò che concerne il traffico aereo, appare abbastanza palese. Firenze Peretola sta crescendo, accentrando su di sé il traffico intercontinentale e delle grandi compagnie aeree, mentre a Pisa restano le briciole.

A Pisa – conclude la nota sindacale - “non si sono ancora realizzati i lavori del Masterplan di potenziamento del terminal promessi già dal 2014. Si perdono le maggiori compagnie di linea (IATA) e il Galilei è ormai quasi solo un aeroporto low cost. Si è smesso di crescere in passeggeri e voli già prima della pandemia”. Mentre Firenze Peretola “è aeroporto d'interesse strategico nazionale e il Galilei non lo è più”.

Fate voi. Non c’è molto altro da aggiungere.

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carlo.palotti