Scuola solo per residenti. L'opposizione: "Disconosciuto il modello Senza Zaino"

Politica
Crespina - Lorenzana
Venerdì, 20 Agosto 2021

"Adesso l’obiettivo di tutti deve essere che quei 16 ragazzi esclusi possano frequentare la scuola che hanno scelto"

Il futuro dei 16 bambini esclusi dalla secondaria Cozzi di Crespina, almeno per il gruppo consiliare di opposizione “Orizzonte Comune”, resta tutto da scriversi.

Con un comunicato i quattro consiglieri Sergio Toncelli, Anna Piu, Stefania Gerboni, Giuseppe Lancioni, attaccano la scelta della giunta guidata dal sindaco Thomas D'Addona ed invitano l'amministrazione comunale, "ad un dialogo nel rispetto dei ruoli e delle competenze, con genitori, sindacati e mondo della scuola nell’interesse di una comunità e di una scuola pubblica che, per sua natura “aperta a tutti” (art. 34, Cost.), non ha confini".

 


Scrive il gruppo consiliare "Orizzonte Comune"

“Dopo i Giovani Democratici, alcuni dirigenti del PD di Crespina Lorenzana, Possibile e Sinistra Italiana-Pisa, registriamo con soddisfazione il comunicato del PD provinciale, emesso dalla propria commissaria sen. Valeria Valente a seguito della lunga intervista del Sindaco alla testata “Cascina notizie”. Ben venga che ora si accenda ufficialmente anche il faro del PD provinciale sulla posizione che sosteniamo da tempo e che abbiamo portato in Consiglio comunale, dove la maggioranza compatta ha respinto il nostro atto di indirizzo con cui si impegnava la Giunta a ritirare la delibera del piano di utilizzo degli edifici scolastici, così da avviare un nuovo percorso condiviso con tutti i soggetti coinvolti. Adesso l’obiettivo di tutti, dunque, se non si è ipocriti, deve essere che quei 16 ragazzi esclusi devono poter frequentare la scuola che hanno scelto, alcuni in continuità didattica, altri per il modello didattico che questa offre, a partire dal prossimo anno scolastico (2021/2022) e far sì che torni ad essere una scuola capace di accogliere tutti, nel rispetto di norme e regolamenti, guardando con ciò al futuro ed allo sviluppo del territorio.   
Dal 2015 ogni piano triennale delle opere pubbliche prevedeva la realizzazione di un grande edificio scolastico, che addirittura all’inizio avrebbe dovuto essere autosufficiente energeticamente, e prevedeva un campo polivalente per le attività ginniche. Questi due aspetti sono stati modificati dalla progettazione intermedia in poi per ragioni di costo (in seguito aumentato del 30% pur senza realizzare il campo polivalente), per arrivare all’ultimo stadio di progettazione con un edificio dotato di 10 aule (di cui una di musica e una di informatica), adatto ad ospitare almeno 200 alunni per tre sezioni, più i necessari docenti e personale scolastico. Per questo edificio, per questa sua capienza, per questa sua funzionalità utile alla didattica del Senza zaino, di cui l’Istituto Comprensivo “G. Mariti” - che ne ha condiviso la progettazione - è il capofila nazionale, veniva chiesto (e accordato) un ingente finanziamento pubblico. Perciò, ad essere precisi, non i soli cittadini del Comune di Crespina Lorenzana, bensì la collettività intera, è proprietaria di quell’immobile. Non esiste prova muscolare di un primo cittadino che possa cancellare questa elementare verità, e pretendere di cancellare questi diritti dei ragazzi esclusi.
Tuttavia, un aspetto assai rilevante che preoccupa di questa vicenda, riguarda l’ingerenza del Sindaco e della Giunta in quella che è l’autonomia scolastica, la quale è una vera e propria risorsa costituzionale, entrando nel merito del modello della didattica “Senza zaino”, da anni praticato con successo nelle scuole dell’Istituto comprensivo “G. Mariti”, come è emerso anche nel corso del dibattito sul tema del Consiglio comunale del giugno scorso. Non solo dunque Sindaco e Giunta precludono l’accesso alla nuova scuola media a chi non risiede nel Comune benché vi sia la disponibilità dei locali, ma entrano anche in materie alquanto delicate – la “qualità della didattica” più volte richiamata nei loro comunicati – e certamente non di loro competenza. È stato adottato in Giunta il Piano di utilizzo degli edifici scolastici senza “l’intesa” con l’istituzione scolastica come invece la legge prevede (d.lgs. n.112/1998, art. 139, co. 1), non tenendo conto che tra le due autonomie non vi può essere rapporto di subordinazione; si è provveduto dunque, ad una elaborazione di un piano di utilizzo dove, come si evince dai lay-out con le sistemazioni interne dei locali, si disconosce il modello pedagogico-didattico praticato da anni nelle nostre scuole, vincolando la struttura ad un modello didattico tradizionale, in pieno contrasto con la didattica del “Senza Zaino”. La stessa infatti prevede il superamento della distinzione tra aule e laboratori, con il passaggio alle aule tematiche organizzate secondo le specifiche funzionali alla materia insegnata dove, come nei campus, non saranno gli insegnanti a spostarsi bensì gli alunni. Tutto questo è noto al Sindaco e alla Giunta fin dal primo parere pedagogico-funzionale che la Direzione Scolastica inviò loro a fine febbraio 2015, parere sul quale è stata sviluppata l’intera progettazione della scuola e l’organizzazione dei suoi spazi: modificando la destinazione e l’organizzazione degli spazi, disattendendo così il suddetto parere, si disattende la didattica, cosa che anche l’assessore all’istruzione del nostro Comune dovrebbe ben conoscere e sapere.
Sebbene siano intervenuti i sindacati, la direttrice didattica ed i docenti con documenti che dimostrano chiaramente come la scuola E. Cozzi sia una struttura nata e costruita ad hoc per ospitare in maniera ottimale 3 sezioni secondo il modello “Scuola Senza Aule” (modello già implementato nel plesso Benci di Santa Luce e che considera lo spazio secondo il metodo scandinavo cioè, da un lato come aula diffusa, dall’altro come ambiente specializzato dedicato), in modo tale che tutti gli spazi della scuola vengano sempre pienamente utilizzati per lo scopo per cui sono stati progettati, costruiti ed arredati e che tale didattica per aule tematiche può essere applicata senza problemi anche in caso di perdurare della pandemia da Covid-19 e seppur tutto questo sia attestato dai progetti depositati agli atti, Sindaco e Giunta non hanno fatto nessun passo indietro, disconoscendo di fatto quanto fin qui proclamato negli anni e concordato fin dall’inizio con la Direzione Scolastica dell’Istituto e con i progettisti, imponendo una visione distorta ed arbitraria del concetto di “qualità” che trasforma il modello di scuola “Senza Zaino” in modello di scuola “Senza Studenti”.
Per le suddette ragioni, il gruppo consiliare “Orizzonte Comune” stigmatizza le scelte del Sindaco e della Giunta municipale di Crespina Lorenzana e continuerà a fare la sua parte esortando ancora una volta, sebbene i tempi siano sempre più stretti, ad un dialogo nel rispetto dei ruoli e delle competenze - come auspicato da più parti - con genitori, sindacati e mondo della scuola nell’interesse di una comunità e di una scuola pubblica che, per sua natura “aperta a tutti” (art. 34, Cost.), non ha confini.
In un mondo in cui la retorica dei muri corrisponde a un’incapacità effettiva di chi amministra di risolvere i problemi, non possiamo permettere che questa ricada sulla scuola, la quale su più livelli deve divenire davvero centrale nell’azione politica e istituzionale, e tornare ad essere un luogo in cui siamo tutti uniti e solidali nel compito di costruire un paese più aperto, democratico e consapevole.”

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carlo.palotti